souvenir da milano

eccoci qua. vita d’ufficio, episodiche fruizioni culturali e, visto il periodo, pure parecchia politica.

venerdì scorso, una mattina di sole, verso le nove e un quarto ero in piazzale maciachini a fare uno scambio di bozze con e.; nei pochi minuti d’attesa mi sono interrogata per l’ennesima volta sulla natura degli enormi tubi blu con taniche grigie che rappresentano la maggiore attrattiva della piazza, nell’aiuole erbosa centrale, e mi sono rammaricata di non avere la macchina fotografica per immortalare il raggio di sole che entrava dalle finestre dell’complesso scolastico confalonieri, mettendo in risalto i vetri polverosi e i palloncini di carta colorata attaccati sui vetri. in alto i piccioni stavano perfettamente allineati sul cornicione, sotto la torretta ornamentale e il cielo azzurro. (da quando ho letto quella frase di sebald/stendhal mi sforzo di non indulgere troppo al morbo del fotografare tutto il fotografabile, ma la parola poi mi sembra faticosa o retorica o insufficiente. forse non ho un talento descrittivo.)

sabato sono andata alla manifestazione per piazza fontana. benché in linea di principio non fossi d’accordo che ce ne volessero due, una volta istituito il corteo concentrato sui fatti – mai abbastanza assodati per l’opinione pubblica – «strage di stato» e «pinelli assassinato» (che, mi dicono, il comitato organizzatore ufficiale non aveva intenzione di sottolineare esplicitamente), siamo andati lì.  corteo partecipato e tranquillissimo, ma alla fine poca gente a sentire gli interventi in piazza santo stefano.  la coda del corteo ha preferito cercare di entrare in piazza fontana: cosa discutibile; ancor più discutibile che la piazza fosse chiusa dalla polizia; peraltro non un episodio particolarmente violento, visto che da pochi metri di distanza non si percepiva neppure (noi l’abbiamo capito dopo).
la sera, evasione: gilliam al cinema.

domenica era il mio compleanno, abbiamo fatto i turisti: a piedi in centro a vedere il giovanni battista di leonardo a palazzo marino (con coda sotto il monumento a leonardo), giro alla libreria verdi (libro), pranzo fuori. pomeriggio: miserabili di paolini allo smeraldo, gradevole.
al telegiornale, la sera: la bizzarra aggressione al «corpo del capo».

martedì, serata sul 15 dicembre al teatro della cooperativa. particolarmente interessanti gli interventi di pasquale valitutti e degli avvocati mariani e boneschi. mi piace sempre sentir parlare della nonna di valpreda. paolo rossi è vivo e lotta insieme a noi.
nella notte, pochi ardimentosi tentano di ricordare la gente inspiegabilmente morta tra le mani della polizia con scritte davanti alla questura.

stamattina, notizia del pacco bomba alla bocconi. il volantino è in uno stile bizzarro, si può leggere sul corriere.
per non pensare alla strategia della tensione, lezione di yoga, ma è l’ultima fino a dopo l’epifania.  tra poco tutto sarà panettone a perdita d’occhio.
stasera, notizia dell’arresto del  pittoresco assessore a giovani, sport, turismo e sicurezza della regione lombardia. vi mancherà prosperini punto tv?

sentito alla radio, poco fa

ascoltando file urbani apprendo che è scomparso roberto sasso, esperto di musica la cui voce pacata mi ha fatto ascoltare e amare tantissimo jazz quando conduceva raistereonotte. (nel dormiveglia, per cui non mi ricordo più nulla – era una specie di terapia subliminale, particolarmente gradevole tra le 5 e le 6 di mattina.)
ora vedo che lo ricorda anche pop life – oddio, c’è il gruppo di stereonotte su facebook? è la volta che mi iscrivo a facebook? (no, troppo nostalgico.)

ma eccomi ancora con il lurido cavo

odi et amo: vecchio e lercio (lo usavo già con il vecchio powerbook) ma affidabile.
un po' deludente, questa time capsule per niente plug and play: vede internet e stampa in rete, ma i mac non navigano.

stavolta niente aiuto dai forum (che mi erano sempre bastati) e tantomeno dall'assistenza telefonica apple (prima volta = mai più: speravo nella rivelazione di una misteriosa configurazione nascosta, ma se dobbiamo andare per scelta a tentativi dai menu a tendina, facciamo anche senza il call center, grazie). 
fastweb dice che non bisogna inserire manualmente parametri, e così a naso ha ragione… a quanto pare il mondo è pieno di gente che attacca e stacca la corrente pronunciando formule magiche per far partire 'sta scatolina bianca.
prossimo passo: riportarla dove l'ho comprata per vedere se là funziona.

comunque, l'ho già detto che amo lo schermo lucido?

agosto è finito e fin qui tutto bene

cioè, la gente d’estate muore come mosche, il polline d’ambrosia è arrivato e in questo momento ho uno strano dolore intercostale, ma insisto nella leggerezza estiva sentendo il podcast del dottor djembé di david riondino (l’ho scoperto in macchina il 15 agosto – a dire la verità, nelle vacanze mi sembra di non avere quasi fatto altro che sentire radiotre).

finora è stato abbastanza facile: milano ancora vuota, il nuovo tragitto per andare al lavoro che me la fa sembrare meno brutta, prendendo il tram davanti ai nanetti e passando davanti al lotto un po’ alla lower east side del piccolo circo, dove abitano dei coniglietti bianchi e neri (giuro, non è il doping antiallergia, recherò prove fotografiche).

Piccolo_circo

peraltro le gite agostane mi hanno visto contemplare commossa cani, pecore, capre, mucche e persino la fugace visione di un cervide non meglio identificato sul sentiero (capriolo femmina?) che ora mi ritrovo quasi identico sulla copertina del disco nuovo di david sylvian (opera di ruud van empel).

i biglietti per i concerti

li prendo a questo bar tabaccheria che fa la prevendita ticketone allo stesso banco della ricevitoria del lotto. un po' mi sento scema (o troppo ricca) perché vado lì a spender soldi senza la speranza di riaverli indietro moltiplicati, un po' sono contenta di andarci per un motivo concreto (ehm) invece che per una vaga speranza… ma forse, come al solito, è che ognuno ha la sua droga.
dunque il programma milanese estivo al momento è (ascendente secondo il calendario e l'anagrafe): maximo park, pogues, steely dan.

grande folla a milano

per l'evento imprescindibile del 25 aprile:

il salone del mobile.

i negozi tutti aperti, il corteo che passa da corso europa invece che da corso vittorio emanuele… ma che festa nazionale è? arrivare in centro con la testa del corteo è stato straniante: ti sentivi in minoranza rispetto a chi faceva shopping.

nonono, stavolta mi è sembrato più utile l'appuntamento con l'anpi di zona, nella fattispecie la sezione della barona.  (vabbe', i partigiani erano una scusa: in piazza miani io e r. abbiamo metaforicamente issato lo striscione del fan club di alessandro robecchi.)

oggi un anno fa

si chiudeva (male) la mia personale esperienza di avere
«qualcuno» in un reparto di terapia intensiva (e il resto del mondo,
gli stessi altri pazienti vicini, chi sono, «nessuno»? come siamo limitati, davvero). ho di conseguenza un
rispetto enorme per chi ci lavora e un proporzionale disgusto per chi
si permette di strumentalizzare certe situazioni promuovendo pseudoragionamenti affrettati, scorretti, viziati.

l'amarezza per la storia di eluana englaro per me è  la solita che emerge sempre nel constatare quanto poco il rispetto per le persone sia considerato un valore.  spesso questo effetto collaterale del dogmatismo paracattolico si annida all'interno della famiglia stessa; questa volta no, grande pietas all'interno della famiglia e grande vociare di estranei fuori (tra cui quelli quelli che si appropriano della parola libertà).

ci trovo un'altra lettura possibile per il famoso finale di fumatori di carta di pavese:

rispondere no
a una vita che adopera amore e pietà,
la famiglia, il pezzetto di terra, a legarci le mani.

lo trovo citato in un testo bello che sto leggendo per lavoro, parla degli anni sessanta-settanta, di donne, di scelte. intanto mi ero messa a leggere la biografia di marianne faithfull (il libro l'avevo da anni, è rispuntato fuori insieme al bellissimo disco nuovo di lei): anni sessanta-settanta, donne, ecc. l'altra sera sono spuntate da un dvd le immagini di les hautes solitudes di garrel: anni sessanta ecc. ecc. coincidenze.