Forse possono colpire solo chi ha praticato queste due discipline e nessuno sport (cioè me). Non so se ci sia bibliografia; in rete trovo solo poche note occasionali.* Nato dal déja vu di certe asana che ricordano gli esercizi preparatori, il parallelo fra due pratiche diversissime (l’una innaturale, quasi punitiva e dominata dall’intelletto, l’altra organica, liberatoria e tesa a sviluppare un «pensiero del corpo») si giustifica forse con la qualità estremamente soddisfacente del lavoro sulla forma.
Non penso invece che ci siano derivazioni dirette, essendo il balletto codificato nella Francia del Seicento e Settecento, dove l’influsso della cultura indiana sembra improbabile.
Ogni contributo è benvenuto…
*Ho dovuto ricorrere alla Wayback Machine perché le pagine erano sparite mentre il post rimaneva in bozza (quei cinque o sei anni).