sabato prossimo accompagno un amico a mettere dei dischi in un posto simpatico.
città e altri luoghi
il museo interattivo del cinema a milano
dunque il vecchio museo del cinema della cineteca italiana è diventato il mic, contestualmente al trasferimento di tutta la fondazione – collezioni ecc. – nella ex sede della manifattura tabacchi in viale fulvio testi 121 (dove ha sede anche la fantomatica sede lombarda del centro sperimentale).
lo scorso weekend le 3 piccole sale del museo, di solito destinate a uso didattico, erano aperte al pubblico e ci siamo andati. tra poltrone quasi futuriste, cimeli vari e celebrazione della fiaf, è un posto confortante. non ho ancora visto la sala di proiezione.
immagine ufficiale del museo è il bellissimo manifesto di elettra raggio.
la disturbante prevalenza del refuso
non so se abbiamo mai parlato della fastidiosa installazione di «citazioni sbagliate» che ha ingombrato per un po' la stazione del metrò di porta garibaldi (ma mi pare di aver visto affissioni così anche altrove). non ho mai capito quale dovesse essere il suo scopo né mi sono informata, troppo allarmata dalla sua bruttezza: chi ne sa qualcosa?
update 7/2 –ho controllato ieri sera: per chi volesse vederli, i refusoni stanno ancora tutti lì. speriamo non per sempre.
recordação de lisboa
eat me?
funghi (di carsten höller) e miniature dai plastici della prossima sede della fondazione prada in largo isarco, milano.
feira da ladra
al mercatino di lisbona in un giorno di sole
(sto mettendo qualcosina su flickr – solo foto di iphone stavolta! ma l'hdr è il mio nuovo migliore amico, forse)
quanto poco mi è piaciuto il museo del 900 di milano
(e qui autorizzo Liquida a mettere la faccina imbronciata)
fatta una piccola coda durante la quale abbiamo debitamente acquistato un libro di ricette africane, venerdì pomeriggio io e p. ci siamo addentrati in un museo ancora affollato dall'ingresso gratuito. la collezione l'ho vista volentieri, ci mancherebbe – in particolare, direi, i boccioni – ma la delusione riguardo a spazi e allestimento è stata grande: capisco che il palazzo è lungo e stretto, ma sembra di aggirarsi tutto il tempo in corridoi, sottoscala e disimpegni dai loschi tramezzi imbottiti, dove le opere sono disposte senza grandi idee, a parte alcune nicchie scure che valorizzano meglio certi pezzi. il discorso metastrutturale (conservazione delle colonne, scala pseudo-guggenheim) risulta goffo e angusto. si tira un po' il fiato solo nel grande spazio dedicato a fontana, che da corridoio assurge perlomeno a foyer (peraltro funestato da scale mobili da centro commerciale che meglio starebbero state alla stazione centrale, dove invece, com'è noto, si sono quasi estinte). bello il panorama sulla piazza e gli scorci di palazzo reale dalle vetrate laterali, ma non proprio una ristrutturazione godibile e/o moderna, secondo me.
berlino secondo zamboni
e chi lo sapeva che massimo zamboni scriveva libri, se non ci fosse stata venerdì una piccola pigna di il mio primo dopoguerra al libraccio (remainder, temo). l’ho preso irresistibilmente incuriosita dalle gesta del nostro nella kreuzberg delle case occupate, 1981, e devo dire che non sono stata delusa. ci sono, la curiosità urbana e storica, lo spiazzamento dell’italiano all’estero, il fascino delle rovine e del cambiamento, l’occhio critico e affettuoso insieme. nella scrittura qualche tentazione lirica, qualche tentazione criptica, ma non esagera quasi mai (esagera un po’ con la pizzeria, ma questa è un’altra storia). musica c’è, ma non sovrabbondante. lo metto nello scaffalino sulle città.
ultimo giro in libreria sotto natale
attorno all’una la libreria dei ragazzi e la libreria del corso erano posti abbastanza tranquilli e accoglienti con musica non invasiva. Nel primo non avevano neanche sentito nominare l’erbario di emilie vast, nel secondo ne avevano almeno venti copie (casomai ve ne servisse una).
in other news, è l’anno dei biscotti fatti in casa:questi qui li ha fatti la collega p., io ho prodotto degli sgorbietti di gingerbread, al centro yoga c’erano i biscotti fatti dalla figlia della titolare, ma soprattutto, l’omaggio dei grafici cool consisteva in una scatoletta con la scritta auguri in lettere di pastafrolla. improvvisamente, è tendenza.
ozu sotto natale a milano
il regalo che ci ha fatto la cineteca allo spazio oberdan è stato una rassegna in video. perlomeno io, quando mi sono decisa – schiacciata dai sensi di colpa perché mi stavo perdendo ozu – ad andare a vedere tarda primavera, di un film meraviglioso ho trovato una deprimente videoproiezione (ma all'ingresso mi hanno poi detto che la rassegna di quest'anno era tutta così).
ora, se proprio proprio non si trovano copie in pellicola e vogliamo comunque proiettare un film in video in quanto raro (ma di tarda primavera esiste addirittura il dvd italiano), per piacere scriviamo il formato sul programma, se no che cineteca è, scusate.
mah, consoliamoci con gli interni di tarda primavera e un articolo con osservazioni interessanti sugli oggetti solitari in ozu (eng).