e chi lo sapeva che massimo zamboni scriveva libri, se non ci fosse stata venerdì una piccola pigna di il mio primo dopoguerra al libraccio (remainder, temo). l’ho preso irresistibilmente incuriosita dalle gesta del nostro nella kreuzberg delle case occupate, 1981, e devo dire che non sono stata delusa. ci sono, la curiosità urbana e storica, lo spiazzamento dell’italiano all’estero, il fascino delle rovine e del cambiamento, l’occhio critico e affettuoso insieme. nella scrittura qualche tentazione lirica, qualche tentazione criptica, ma non esagera quasi mai (esagera un po’ con la pizzeria, ma questa è un’altra storia). musica c’è, ma non sovrabbondante. lo metto nello scaffalino sulle città.
Darling. do you want to be my personal shopper ?
(neanche tanto tongue in cheek)
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magari! così mi applicherei a qualcosa che so fare senza intaccare il mio conto in banca…
comunque ormai da anni il mio shopping avviene: o nel giro di 2 km da casa, oppure online (i centri commerciali non mi attirano, e poi non ho la macchina)
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