è un libro ambizioso, lungo e deludente: corale al punto da smarrire i protagonisti per strada disorientando il lettore, salta da un periodo storico all'altro con enciclopedici riassunti di anni di vita sociale e politica inglese, è afflitto da preziosismi stilistici fastidiosi e per di più dà al suddetto lettore già stanco una cruenta mazzata finale sprofondandolo nelle trincee del 15-18.
d'altro canto è un libro ambizioso, lungo e interessante: si addentra negli ambienti fabiani e artistici di fine ottocento, spazia dall'era vittoriana alla prima guerra mondiale con tanto di suffragette (che ben mi ricordavo da un appassionante sceneggiato tv inglese, penso fosse questo), racconta l'esposizione universale di parigi che ti pare di esserci, la nascita della letteratura per ragazzi e del victoria and albert museum, e fornisce ulteriori motivi per gite da effettuarsi a monaco di baviera e a dungeness.
(se però vi secca dover aprire un atlante per rendere leggibile la fuga di un personaggio nel sud dell'inghilterra, questo romanzo non fa per voi.)
Aiuto! E io che credevo che questo libro mi avrebbe riconvertita ad Antonia Byatt…l’ho comprato l’altra settimana, poi il febbrone – devo dire provvidenziale, a questo punto – mi ha impedito di iniziarne la lettura. Ho già capito che il mattoncino se ne resterà lì nell’armadio ad aspettare il suo turno per un bel po’.
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io ho veramente faticato, mi ci è voluto un mese. se si è appassionati di tutto ciò che è inglese e turn of the century, ripaga. se no, me lo domando…
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