il film di bahman ghobadi non sarà quel capolavoro che si dice ma è a tutti gli effetti il commitments iraniano (con finale iraniano però, sigh – tra l'altro c'è un'immagine che ricorda tanto donne senza uomini, sarà un caso).
si disperde un po' nei ritratti delle varie band, però questo aspetto documentario (e forse anche quello un po' videoclipparo) a me è piaciuto. sia pure per costrizioni produttive, risulta film di genere misto, poco definibile, che nel seguire i personaggi nei più improbabili anfratti cittadini ha un suo fascino anche al di là dell'argomento interessante/straziante (la vita quotidiana giovanile a teheran). e la realizzazione ruvida nasconde sentiti omaggi al Cinema (il prologo autobiografico, le 2 citazioni di al pacino/de palma).
hanno ragione quegli snob degli inglesi a dire che la musica è derivativa, comunque io mi sono un po' affezionata ai take it easy hospital, forse proprio per la fragilità della loro musica in quel contesto poco accogliente. chissà in inghilterra cosa combineranno… auguri.
(nel frattempo, di panahi ancora nessuna notizia)
nota: panahi liberato il 24 maggio (dopo sciopero della fame)
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