perché probabilmente passerò il weekend a tentare di resuscitare l’imac di casa: ieri sera, spentosi a casa di un blackout (maledetti lampioncini ornamentali in piazza, per me è colpa loro), si è svegliato con l’orrendo punto interrogativo = «dov’è il disco di avvio che non lo trovo più».
pensatemi.
vulnerant omnes
dunque ecco halloween
e oggi neil gaiman firmava libri a londra. mi è piaciuto, the graveyard book. mi incanta la grazia con cui gaiman va a fondo della scrittura del fantastico (rivitalizzando qui anche un certo numero di deliziosi stereotipi), la vive, la nutre senza mai arrivare all’esercizio di stile, senza mai separarsi dai suoi temi forti.
il rapporto con la morte, dunque. prima ho letto pet sematary di stephen king–ambedue romanzi sul fatto che i vivi devono vivere finché possono, i morti è meglio per loro e per tutti che restino morti, e la tentazione di cercare una terra di mezzo ci sarà sempre (anche se nessuno che vi abbia messo piede ci si trova bene).
accettarlo serenamente forse non si può: sono sempre alla ricerca di libri che ci aiutino negli esorcismi.
pointlessly blogging since 2003
questa settimana si concluderà con il veramente poco trendy quinto compleanno di to drown a rose, blog nato su clarence (ahahah, quindi adesso c’è da qualche parte un blog dada con i primitivi post) e trasferitosi all’inizio del 2004 su typepad (che pure è in giro da 5 anni, e funziona sufficientemente bene da aver ottuso e inibito qualsiasi mio apprendimento nel campo del blogging software e/o web publishing – si impara solo quando c’è qualcosa che non va).
cominciamo a rivisitare qualche argomento degli esordi:
whatever happened to andy crewdson?
nuova piccola scorta di immagini di ben shahn (che tra l’altro durante il viaggio a nyc ogni tanto appariva quale nume tutelare e voce critica, notamment su una certa parete del whitney).
in treatment
è una serie che io ovviamente devo guardare, non perché sia hbo né per il suo valore di esperimento televisivo à la 24, bensì perché contiene la maggior quantità di gabriel byrne che si sia mai vista (più dei film in cui faceva il protagonista, a occhio e croce).
e la serie è guardabile, come no, ma del fatto che ci abbiano abbinato un forum di psicologia, che dobbiamo pensare? evidentemente che la tv ci tiene a proporsi come guida esistenziale/morale – il che già sarebbe abbastanza orribile – proprio dopo aver perso nei contenuti qualsiasi valore culturale/pedagogico… incomprensibile, no?
…
accidenti, proprio la mattina in cui uscivo con in spalla la sportina con le matrioske ho incontrato le signore russofone che cercavano la chiesa del quartiere (chiesa cattolica, ma che ospita periodicamente altre funzioni).
gli incontri domenicali sono proseguiti con il gruppo di canadesi in treno e il loro affascinante/respingente miscuglio di francese strano e inglese americano (intrecciati senza soluzione di continuità).
al ritorno, nella devastazione della stazioncina lacustre semiabbandonata ho aiutato due intraprendenti signori britannici a decifrare l’orario ferroviario dietro il vetro pasticciato di scritte vandaliche.
(con tutte queste persone ho avuto l’impressione di capirmi meglio che con mia madre, ma questa è un’altra faccenda.)
errata corrige
dunque, ho casualmente ritrovato le prove di aver già visto gli EN (a differenza di quanto frettolosamente sostenuto qua).
a cosa attribuire l’orrenda falla mnemonica?
dubito che sia stato un concerto così dimenticabile, specie per la mia psiche venticinquenne.
eppure l’analogia con un ipotetico tentativo di ripescare dati da un disco ottico (il supporto d’archiviazione dati in uso allora) è preoccupante.
(altro concerto che non mi ricordo affatto: i rem nel 95. bah.)
quesito: ma quando si sono estinti i biglietti illustrati?
l’ultimo in mio possesso è del 2003.
purtroppo non ne ho conservati molti (adesso invece mi sa che comincio a tenere pure quelli ticchettone, metti che servano.)
a giugno in casa editrice
sono finite le chiusure dei libri estivi. c’è chi prende un po’ di ferie. io no.
in questo momento della mia vita sociale
la cosa più piacevole
è l’assemblea condominiale.
e cambiare mestiere?
tizio preferisce «divano» a «sofà», «insieme» a «assieme», «con il» a «col».
caio corregge il palmo (regionalismo) in la palma, inserisce sempre il soggetto della frase, cascasse il mondo, trova insostenibile «fuori da» al posto di «fuori di».
sempronio distingue tra «familiare» e «famigliare», preferisce tre punti normali al carattere dei punti di sospensione, elimina i punti e virgola.
e io? io a volte sono veramente stanca. (ma gli anacoluti non li reggo.)
un bell’applauso per le nuove allergie
diamo un caloroso benvenuto a:
nocciolo ++++
betulla ++
artemisia +
e trionfale special guest, l’inizio della fine:
gatto +