Nato come
To drown a rose in tempi di anonimato in rete, esterofilia e manifesti programmatici, questo archivio resta un inventario di cose lette sentite viste pensate che attira insperato traffico da google su argomenti balzani, e che ogni tanto, in modo un po’ horror, tende a rianimarsi.
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no! gatto no… 😦
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noooooo gatto no!
ma le allergie “si prendono”?
ti prego dimmi di no, dimmi solo che si scoprono, che prima non sapevi di avercele ma loro erano sempre state lì, non gettarmi nell’ansia!
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Oh no, l’allergia al gatto no…ricordo però di aver letto del gatto geneticamente modificato, ovvero dalla saliva geneticamente modificata, perché è quella la fonte di guai: googlando in internet si trovano molte notizie in merito – a parte i soldi che costa tale gatto, che tristezza…e ora???
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passi falsi: certo, un giorno non ce l’hai, il giorno dopo ce l’hai. ricordo il mio primo attacco di rinite da ambrosia a 34 anni, riconosciuto solo a posteriori, non avevo neanche idea di cosa fosse. e ho ancora il ponfo del testo sul braccio, 10 ore dopo.
i gatti, ovviamente la dottoressa dice che non avrei mai dovuti prendermeli in casa, ma a me per ora non danno alcun sintomo (almeno non distinguibile dai sintomi del ben noto acaro della polvere).
lise, prima di circondarmi di norvegesi delle foreste, spero di stare ancora una decina d’anni con i miei felini comuni, mica li butto fuori casa… comunque la mattinata sanitaria ha avuto un risvolto positivo: nelle attese ho letto tutto Il lavoro culturale di Bianciardi 😉
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Lo Sphinx, non è un gatto geneticamente modificato, è anallergico semplicemente perchè glabro (sono i peli svolazzanti a veicolare l’allergene presente nella saliva dei mici). Solo che poi passi le giornate a compatirlo come il brutto anatroccolo 😉
Mia madre si scoprì allergica dopo ben due anni di presenza felina in casa, ma preferisce pensare agli anni a venire immaginandoli tra starnuti, occhi rossi e naso chiuso, piuttosto che ipotizzare una separazione coi suoi gatti.
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infatti, non se ne parla. (e neanche di gatti glabri, poverini…)
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No! No! Niente panico! L’allergia ai derivati epidermici del gatto va e viene, e la miglior cura è… avere un gatto. L’ha detto la mia allergologa. Senza gatto, peggiora. Cioè, peggiora l’allergia, i sintomi passano. Con il gatto, migliora, magari passa. E poi cos’è un +, una bollicina rosa tra i derivati epidermici del cane e quelli del cammello, non ci pensare. Nel caso, ricorda che i gatti a pelo lungo provocano meno sintomi.
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Anch’io sono convinto che l’allergia al gatto vada e venga. Vivo da sedici anni con lo stesso gatto e in tutto questo tempo mai è passato mese senza che mi venisse una irrefrenabile allergia e il conseguente impulso a strozzarlo. Questione di un attimo, poi passa.
La veterinaria una volta mi ha detto che in certi casi non bisognerebbe preoccuparsi se una persona è allergica ai gatti domestici, quanto piuttosto chiedersi se un gatto domestico è allergico agli esseri umani. Ma non credo sia il tuo caso 🙂
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grazie a tutti per l’incoraggiamento.
gattostanco, dici che certi piccoli accessi di tosse della mia gatta potrebbero essere un segnale in questo senso? ma per farle i test, vorrei vedere :oD
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