e oggi neil gaiman firmava libri a londra. mi è piaciuto, the graveyard book. mi incanta la grazia con cui gaiman va a fondo della scrittura del fantastico (rivitalizzando qui anche un certo numero di deliziosi stereotipi), la vive, la nutre senza mai arrivare all’esercizio di stile, senza mai separarsi dai suoi temi forti.
il rapporto con la morte, dunque. prima ho letto pet sematary di stephen king–ambedue romanzi sul fatto che i vivi devono vivere finché possono, i morti è meglio per loro e per tutti che restino morti, e la tentazione di cercare una terra di mezzo ci sarà sempre (anche se nessuno che vi abbia messo piede ci si trova bene).
accettarlo serenamente forse non si può: sono sempre alla ricerca di libri che ci aiutino negli esorcismi.