dunque siamo passati dal non aver mai sentito nominare mervyn peake al fare provviste per l’inverno (ho anche l’ebook della trilogia in inglese, pur non avendo un lettore di ebook).
titus mi è piaciuto molto, nella sua farraginosa gotica complicatezza che lo sceneggiato della bbc annacqua implacabilmente con scenografie infantili e un umorismo grottesco che è solo un’infima parte della ricchezza del libro. però vale la pena di vederlo anche solo per christopher lee, jonathan rhys meyers e ian richardson (purtroppo nel frattempo deceduto anche nella realtà). così ho appreso come gli inglesi pronunciano fuchsia: fiuscia. la cosa mi ha scioccato, inutile negarlo.
Ebbene sì, sono “fiuscia” e mi sento chiamata in causa in quanto diretta responsabile del contagio…:)
Pienamente d’accordo a proposito dello sceneggiato BBC. Per Gormenghast ci vorrebbe Tim Burton!
Se ti è piaciuto il primo volume, il secondo ti piacerà ancora di più; io trovo che sia decisamente meno naive e strutturato in modo più organico. Una scrittura più consapevole, insomma. Non aspettarti nulla dal terzo volume, purtroppo (è una lunga storia, prima o poi mi deciderò a scriverne).
Comunque le traduzioni Adelphi sono eccellenti.
Una domanda: il volumetto “Lettere dal Polo Nord” ha le pagine illustrate e il testo scritto a macchina su pezzi di carta “incollati” alle illustrazioni?
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sì, l’effetto raggiunto è quello; la nota dice che è stato riprodotto non da un’edizione inglesi ma dalle illustrazioni originali. considerata la necessità di inserire il lettering in italiano, è un bel volumetto; peccato solo che la carta sia patinata – mi sarebbe piaciuta un po’più opaca.
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