inizia la serie adesivi vintage (tutto diventa vintage prima o poi)

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perché negli anni 70/80 si collezionavano adesivi? boh.
mi sembra un veicolo pubblicitario completamente caduto nell'oblio.

7 risposte a "inizia la serie adesivi vintage (tutto diventa vintage prima o poi)"

  1. POP LIFE gennaio 29, 2010 / 7:27 am

    ti ringrazio per questi adesivi
    e se è vero che tutto diventa vintage, questo è il nostro (o perlomeno il mio) vintage
    quello che riconosco e che a distanza di quasi 40 anni mi ha fatto fare un viaggio nel tempo
    emblematica la frase “studiati e realizzati per i giovani”
    ciao / c

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  2. rose gennaio 29, 2010 / 10:20 am

    mi chiedo ora se si possa conquistare un qualche punto di vista stabile – non che non si debba cambiare, ma arrivare ad avere una prospettiva personale, criteri e gusti per affrontare la realtà mi piacerebbe.
    nel tempo le cose che ho fatto mie sono aumentate, e non parlo solo di idee e “pezzi” di cultura ma anche (come se fosse poi tanto diverso) di jeans a zampa d’elefante e scarpe dalla punta squadrata, che un tempo aborrivo. comunque, più torno indietro e inglobo cose più mi sento armata per provare a capire il presente (provare, eh).

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  3. POP LIFE gennaio 31, 2010 / 12:01 PM

    non mi soffermo quasi mai sull’importanza degli oggetti nella (mia) vita /
    personalmente ritengo che nello scegliere abiti (ed accessori o suppellettili) siamo sempre condizionati dalle mode del momento (probabilmente aborrivi zampe d’elefante e punte quadre negli anni in cui tutti o quasi le abbiamo aborrite, ed è normale)
    questo non intende sminuire il gusto, ma sta a intendere che esiste un livello materiale in cui la scelta personale è un piacevole capriccio, irrilevante ai fini della costruzione del sè e perfino dello stile, che vengono plasmati e strutturati attraverso l’incameramento di ben altri valori e contenuti
    questo momento storico in particolare ci porta a dimenticare quanto siano relative le nostre scelte in ambito estetico e soprattutto quanto non ci appartengano – e sono sicura che il tuo gusto reale prescinde dalla tua realtà materiale, da cui come tutti dipendi per una questione di consuetudini ed abitudini /
    (…veh che mattone ti ho scaricato qui di domenica mattina!!)
    gli adesivi sono fantastici, comunque, quasi meglio di una macchina del tempo
    baci / c

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  4. rose gennaio 31, 2010 / 6:20 PM

    be’, quale momento migliore della domenica mattina 🙂
    ti dirò che per molto tempo me ne sono veramente infischiata delle suppellettili; venendo da una famiglia di abitudini frugali, mi bastava star lontano da quello che non mi piaceva e avere quello che mi serviva.
    solo da poco mi sono immischiata in un rapporto con la merce più edonistico, se vogliamo (in particolare in un periodo in cui mi è servito a indirizzare una parte di creatività/ricerca della qualità che faticavo a esprimere diversamente), persino feticista a tratti, ma soprattutto più curioso. vivo in un mondo dove c’è anche questo, questa enormità di oggetti, e mi va di sapermici orientare. non che pensi di poter raggiungere chissà quale originalità, ma di capirci qualcosa forse sì!
    poi certo siamo sempre preda di un marketing o dell’altro; io forse sono sempre stata influenzata più dalle mode “non del momento”, ma fa poca differenza – o si subisce senza tanto farci caso quel che passa il costume corrente, o ci si ritrova all’immaginare un mondo fittizio di cui idealmente far parte.

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  5. rose gennaio 31, 2010 / 6:37 PM

    poi c’è anche un’altra cosa: io tendevo abbastanza a svalutare la vita quotidiana, la sua specificità che è in realtà molto legata agli oggetti che usiamo – consapevolezza della cultura materiale insomma. o ce l’hai già o te la devi fare.

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  6. POP LIFE gennaio 31, 2010 / 8:35 PM

    non so ditelo con precisione – ma mi pare che, se in altre epoche sia stato importante e quasi necessario porre (avanguardisticamente?) la propria coscienza critica in rapporto con l’estetica dell’oggetto, ora, per come vanno le cose, sia forse il momento di dimenticarsene, di disfarsi di ogni forma di attenzione, di ogni tendenziosità /
    ho come l’impressione che se tutti tornassimo a vedere gli oggetti e gli abiti come qualcosa al servizio delle nostre reali necessità, si farebbe un bel passo avanti nel porre un freno a un certo ritmo di consumo e nel restituire loro qualità e durata /
    è una posizione radicale, e in quanto tale ha i suoi limiti, ma ultimamente mi sto accorgendo di come sia raro, soprattutto in rete, disfarci di quell’aura estetica oltre la quale si trova sempre meno sostanza /
    non è nemmeno detto che ciò sia in contrasto con quanto hai affermato nel post, a pensarci bene 🙂
    e concordo sul fatto che la specificità della nostra vita quotidiana sia intimamente legata agli oggetti, ma non necessariamente alla loro forma, piuttosto al loro esistere in quanto tali, in quanto oggetti d’uso tolti da un contesto universale e collocati in uno prettamente individuale
    ,,,,spero che tu riesca da questo groviglio ad estrarre il senso!
    c

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  7. rose febbraio 1, 2010 / 10:28 am

    sì certo – lo spettro in agguato è sempre quello dell’alienazione. dunque se per non restare avulsa dalla civiltà di cui faccio parte sto su internet e rifletto sulla moda e faccio shopping, poi rischio di perdermici e anelo a fare yoga in una stanza vuota. poi sento il bisogno di uscire dalla stanza. ecc ecc
    sempre interessante, poi, vedere quali oggetti veramente “servano” (anche a livello simbolico ovviamente) e quali rimangano totalmente inerti…

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