lo sgombero del centro sociale conchetta a milano

(le forze dell'ordine hanno messo i sigilli ieri mattina) dovrebbe suscitare indignazione per diversi motivi, non c'è bisogno di avere particolari simpatie per gli spazi occupati e autogestiti:
– cox 18 è un vero centro culturale di storica rilevanza cittadina;
– lo stabile di via conchetta 18 da anni è del comune, che dovrebbe solo ringraziare il collettivo per come usa lo spazio e per la sua presenza costruttiva nel quartiere (anche se non può ne vuole metterci un marchietto sopra); 
– c'era già una causa civile in corso da mesi per definire l'uso dello stabile.

speriamo che l'ambiente della cultura milanese, se ne esiste uno, prenda posizione contro l'ottusità e l'ignoranza, invece di lasciare nel loro brodo le realtà autonome che – per quanto scomode per una certa tendenza a dire la loro in modo poco conciliante con l'amministrazione cittadina in carica, ops – sono una presenza vitale, vivace, necessaria.
bisogna mettere bene in chiaro la situazione (e domani, in corteo, evitare che saltino fuori i soliti mitomani che fanno casino e
provocano – l'unica cosa più irritante degli assessori ottusi). facciamoci prendere sul serio.

informazioni varie su carmilla
aggiornamenti sulle iniziative pro cox 18 su radio onda d'urto e indymedia

6 risposte a "lo sgombero del centro sociale conchetta a milano"

  1. LF gennaio 23, 2009 / 5:17 PM

    Mi hai tolto le parole di bocca. Non sono mai stato uno da cortei ma la tentazione di venire a Milano domani è forte.

  2. rose gennaio 23, 2009 / 8:03 PM

    vieni, luca. ogni tanto anche noi topi di biblioteca si deve scendere in piazza…
    (e io son pure pantofolaia e timida, e avrei anche le ore contate per una traduzione da fare, ma pazienza)

  3. rose gennaio 25, 2009 / 3:07 PM

    ecco, chi è arrivato qui cercando “demolire il cox18 per farci cosa?” ha fatto una buona domanda… in tutti questi casi la risposta è probabilmente: “alloggi costosissimi”.
    purtroppo anche chi aveva un moderato ottimismo nei confronti dell’expo è costretto a ricredersi davanti ai primi effetti visibili in città.

  4. spider gennaio 25, 2009 / 5:54 PM

    già
    Come mai il comune sgombera Conchetta ma appoggia invece il “centro culturale” (!!!?) di estrema destra nazifascista Cuore Nero?
    altro che ‘difesa della legalità’. C’è una logica agghiacciante dietro a certe scelte

  5. susner gennaio 25, 2009 / 6:20 PM

    del Conchetta non so molto, in compenso conosco la Casa degli Artisti a cui un anno fa è toccato lo sgombero. Morti Luciano Fabro e Jole De Sanna, fuori tutti e dimentichiamoci dei vincoli dei Beni culturali sull’edificio donato dai suoi costruttori agli artisti di Milano all’inizio del ‘900. E’ li, nel limbo, forse aspettano che la polvere si appoggi per demolirlo, figurarsi cosa vale uno spazio del genere in corso Garibaldi. W la sostenibilità.

  6. rose gennaio 30, 2009 / 11:54 PM

    Dice: Tutto è inutile, se l’ultimo approdo non può essere che la città infernale, ed è la in fondo che, in una spirale sempre più stretta, ci risucchia la corrente.
    E Polo: L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà: se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.

    (è l’ultima pagina delle città invisibili di calvino)

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