– film italiani
come dio comanda di salvatores: che dire, pessimo.
pranzo di ferragosto di gianni di gregorio: surrealismo estivo con vecchiette vere, arriva con la spontaneità di certi… film francesi.
– film francesi
racconto di natale di desplechin: meno male che si chiama così, sennò non usciva neppure a natale (natale che, se contiamo anche le 2 commedie, contava sugli schermi milanesi un anomalo totale di ben 4 film francesi). accorgimenti narrativi elegantissimi, tema familiare antiretorico, elementi teatrali giocati molto bene, attori bravi, insomma gran film. appare un ormai brizzolato hippolyte girardot, e pare che desplechin, amico di eric rochant, avesse collaborato alla sceneggiatura dell’indimenticato un mondo senza pietà.
stella di sylvie verheyde: con la parzialità dovuta a un film sull’infanzia di una mia coetanea (riscattata dal fatto che per motivi sociologici non mi posso identificare tanto con la protagonista, al limite con l’amica paffuta che va bene a scuola), dico che mi è piaciuto molto. anni 70, ma non mi è sembrato nostalgico. qui le canzoni di stella.
– film americani
changeling di clint eastwood: due ore con clint non sono mai sprecate, ma queste per l’appunto sono più di due ore e il film diventa troppo lungo (troppe espressioni di angelina diverse solo per gli splendidi vestiti, e decisamente troppa esecuzione). film tremendo in senso buono, ma meno riuscito dei suoi ultimi 6 o 7. comunque a febbraio già ne esce un altro. questi anziani mi fanno impazzire, con woody allen sono già indietro di 2 film.
Secondo me, con Woody Allen avresti fatto meglio a fermarti anche un po’ prima 🙂
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ma no, ogni tanto ne azzecca ancora uno!
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‘Come Dio Comanda’ non l’ho visto e tutte queste critiche negative che leggo, anzichè allontanarmi dalla sua visione, mi fanno incuriosire ancora di più!
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certo va visto per farsi un’opinione, però: se speri in un interessante spaccato delle provincia friulana, ehm, neppure quello…
(però c’è una citazione di twin peaks, assolutamente a sproposito, oltre a vari scopiazzamenti – se non lo sono lo sembrano – da la giusta distanza di mazzacurati, la ragazza del lago di andrea molaioli… su temi simili, persino l’ultraindipendente e squattrinatissimo <il primo giorno d'inverno di mirko locatelli, passato a venezia 08, è più toccante). ma il ragazzo è bravo, alvaro caleca.
in tema di originalità e non, mi piace qui ricordare che (l’onnipresente nella colonna sonora) she’s the one cantata da robin williams è una canzone dei world party, il gruppo di karl wallinger, componente originario dei waterboys.
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