ieri, ultimo giorno della mostra e per noi di turismo culturale milanese, fingendo di essere ancora in vacanza.
mostra bella, che fa venir voglia di andare subito a dublino dove lo studio londinese di fb è stato trasportato, alla hugh lane gallery. bel documentario della bbc. non troppi quadri, per lo più da musei lontani e collezioni private. la questione del vetro: «I feel that, because I use no
varnishes or anything of that kind, and because of the very flat way I
paint, the glass helps to unify the picture. I also like the distance
between what has been done and the onlooker that the glass creates; I
like the removal of the object as far as possible». la struttura geometrica delineata come sfondo di quasi tutti i dipinti, come un palcoscenico (allora il vetro ne è il quarto lato) o un simulcro della prospettiva classica da infrangere sistematicamente.
non trovo online lo scritto di sgarbi, mi piaceva, specie quando dice dell’influenza filosofica di bacon (al di là dello specifico artistico), affine a quella di beckett.
risatina: la frase del dépliant di palazzo reale
«La sua opera, dai piccoli intensissimi ritratti ai monumentali trittici, risulta contraddistinta da valenze simboliche del tutto personali, ricche di allusioni cinematografiche, letterarie e religiose […]»
ne ricalca una del dépliant della mostra di lugano del 1993:
«Dai piccoli intensissimi ritratti ai monumentali
trittici, la sua opera è contraddistinta da un simbolismo del tutto
personale con di allusioni cinematografiche, letterarie, religiose.»
ma del resto il curatore è lo stesso – e neppure io butto via niente…