vestiti come i beatles in un’arena rossa un po’ televisiva, dalle luci raffinate, le cose lampanti sono: che kapranos non ha assolutamente la voce dei dischi (neanche l’accento scozzese, delusione), e che l’accelerazione applicata alle canzoni per ottenere un concerto tirato non fa loro molto bene – se ne avvantaggiano solo i superballabili take me out, michael, this fire suonata in chiusura (certo non la mia preferita dark of the matinee, usata come sottofondo per la scenetta di presentazione della band). dopo un concerto divertente, né più né meno, da rivalutare i meriti della produzione negli album dei ff, e la casuale benedizione per cui la musica, diceva wilde, «ci crea un passato che ignoravamo, e infonde un senso di dolore finora ignoto alle nostre lacrime». indipendentemente dalle intenzioni dei musicisti forse, e per fortuna.
Tutto vero… tutto vero…
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