questa settimana mi sono procurata non mezz’ora di socialismo tascabile ma un’ora e mezzo di socialismo barricadero. i gang non sono il tuo genere, mi si dice. sarà, ma suonano così bene che nel pur orrido mazdapalace a momenti mi si scioglieva il solito cinismo (o forse era per il caldo che faceva). non li avevo mai visti dal vivo, mi sono divertita molto e ancora prima che lo dicesse marino a proposito di i fought the law avevo pensato che quella era veramente musica popolare – il concerto mi stava riportando vicino tutto il rock più o meno classico o folk amato anni addietro, da springsteen ai pogues (oltre ovviamente al punk «costruttivo», i clash – strummer, peraltro invocato, dove suonano i severini aleggia per davvero), e bastava, non imitava e non rincorreva, era quella musica – cosa veramente insolita tra i gruppi italiani.
n.b. ricordarsi di andare tardi alla festa di liberazione, per evitare i penosi gruppi che aprono e le tentazioni di consumismo equo e solidale.
Tutto ciò mi ricorda che sono già due mesi che non vedo i Gang dal vivo, un record! Quando penso che la prima sera che sono andata a verderli ero indecisa tra il loro concerto e quello parrocchiale del mio allora compagno di classe fan dei Ramones!
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sono scelte che segnano…
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