al mi ami, fra tanti giovini amanti delle spillette? avevo bisogno di mezz’ora di socialismo tascabile. dopo gli skiantos e i cccp, il rock concettuale emiliano necessitava di un aggiornamento, e l’ha avuto. io a sentire gli offlagadiscopax mi commuovo, anche se l’esame di seconda elementare l’ho dato nel 1974 (ma ero avanti un anno), e non per indulgenza nostalgica – piuttosto forse perché, a dispetto di quelli che «ci hanno tolto davvero tutto», è giusto ricordarsi che ipotesi di convivenza basate sulla giustizia sociale una volta se ne facevano anche in italia, ecco. e tenersi il proprio strazio, e ballarlo, financo.
l’atmosfera al parco del pini era assai piacevole, e le novità indie italiane suppongo interessanti, ma è mancato il tempo di dedicare i padiglioni auricolari alle cuffiette a disposizione per l’ascolto (è finita che siamo tornati a casa con il cd di modern dance dei pere ubu).
Venerdì a sentire gli offlaga c’era persino un darkettone. Sembrava vero, non revival. Insomma, vent’anni, stecchito, capelli in aria, matita sugli occhi. Ho aggiunto una spilletta alla borsa, e non per indulgenza nostalgica, spero.
🙂
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ci sono rimasto solo io a non aver ancora visto gli offlaga, alla fine. ma a fine luglio arrivano dalle mie parti (ottimo acquisto discografico).
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Garnant, ho visto anch’io un ragazzo così, carinissimo, sul metrò proprio venerdì. esistono. forse escono il venerdì.
Mammara, gli offlaga è impossibile perderli, suonano in qualche posto tutti i giorni. Io potrei rivederli settimana prossima, e non è detto che non lo faccia.
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eccezionali gli offlaga, sono d’accordissimo. enormi anche dal vivo
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