mi piacerebbe viaggiare leggera

e invece da b. torno sempre con borse piene di cibo e di libri di quand’ero giovane (quando non di un gran magone – ma del resto di famiglia ognuno ha la sua, come diceva la mia amica i. in modo solo apparentemente lapalissiano).

Giardinobagnatotutto ciò non c’entra, o non molto,* con il monday bud blogging; c’entra invece l’odore di giardino bagnato, per me l’odore più proustiano che ci sia (qui si inserirebbe un odorama, potendo).
ma perché è così odoroso il giardino bagnato? non sarebbe male reperire qualche elemento di spiegazione scientifica di questo fenomeno così travolgente.

(*ci sarebbero da mettere in conto la zucca a righe, la giardiniera, la marmellata di castagne.)

still life

Zurbaranmi è sempre piaciuto molto di più di «natura morta»: mi pare renda meglio il rapporto tra questo tipo di pittura e la natura che spesso prende come oggetto. ma a farmi appassionare al genere sono stati floreros e bodegones del seicento spagnolo, dove la terminologia suggerisce già una particolare densità, un rapporto più intenso con la realtà. in particolare zurbarán, in particolare questo quadro della national gallery di londra (che definisce il genere così) e il premetafisico – nulla di «naturale», qui – bodegon de cacharros del prado (ma pare ce ne sia un altro identico a barcellona).
il motivo della tazza con la rosa ritorna anche nel quadro degli agrumi che sta a pasadena, e c’è chi fa rientrare nel genere anche il disarmante agnus dei.

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contributors welcome

(ma è sempre valida anche l’esortazione a chi venisse preso, pur estemporaneamente, dal pollice verde del lunedì a contribuire dal proprio weblog, se ce l’ha – mica come il giardiniere e i suoi fratelli… ho deciso che devono almeno aprirne uno a sei mani. intanto però l’inventore del monday bud blogging ha preso la varicella: pare che somigli a una rara specie di orchidea! ciao s., guarisci presto.)

da untitled io, un contributo estivo e linguisticamente interessante al tema della lettera b.

Arampicante

da stefano, un contributo pienamente romantico – direttamente dalla germania – al tema della lettera d.

Rosadijena

d come decomposizione, disfacimento

il Giardiniere, dopo le frivolezze di lunedì scorso, continua il suo alfabeto in modo più autunnale che mai. io da parte mia ero già intenzionata a far scivolare prima o poi nel monday bud blogging i fiori dei cimiteri – pare proprio che ce li mettiamo come rappresentazione del ciclo vitale: sono dunque un bellissimo memento mori.

«il giardiniere sa. che non c’è fine al mutare della materia. mi dà conforto sperimentare la forza con cui germina un seme, constatare la voracità di un vermetto grosso meno della metà dell’orlo di una delle mie unghie – e pazienza le foglie. una manciata di terra racchiude una forza spaventosa, un universo.

«la foto di questa settimana è dedicata alla maude del film di hal ashby: a lei sarebbe piaciuta.»

ps non scaricate questa foto senza il permesso del Giardiniere, grazie (do not download this picture without asking permission, thanks)

c come cavolo

certo, una rosa è una rosa è una rosa è una rosa, ma anche un cavolo, nel suo piccolo, ci dice il Giardiniere…

B_oleracea_capitata1

… non cessa di esercitare il suo grande fascino* su chiunque abbia una qualche sensibilità: orticola, poetica, culinaria e… matematica! (la struttura composta del suo capolino secondo moduli unitari che si ripetono in progressione ne fa un frattale vivente).
basta peraltro una rapida ricerca con google alla voce brassica a renderne conto: ci sono interi siti dedicati esclusivamente a questo fiore-ortaggio, grazie al quale i confini tra orto e giardino si fanno più labili (discorso che una volta o l’altra approfondiremo).

* a volte inquietante: ma del resto la stessa audrey deve avere un qualche grado di parentela con la vasta famiglia delle brassicaceae.

giuro che non lo faccio apposta

ma mi ritrovo circondata dalla reginetta della garzantina dei simboli,* per fortuna qui in funzione prettamente ornamentale (non starei ad attribuire significati eccessivamente profondi alle copertine dei dischi). devo avere in casa anche un tappetino per topo a forma di rosa rugiadosa, e da molto prima di assumere per puro caso questo – bah – nom de clavier.

Rosesu

altre copertine che mi sono venute in mente: power, corruption and lies dei new order (il quadro è un cesto di rose di fantin-latour), the flowers of romance dei pil, e di certo voi ne avrete altre ancora – prima cercando i link ho inciampato in american beauty dei grateful dead (american beauty è il nome di una rosa e la rosa è, apprendo ora, il fiore nazionale degli stati uniti, pensa un po’).

* due pagine e mezzo; volendo, ecco un simpatico bigino.

10.10.04 altri reperti: attack of the grey lantern dei mansun e glyph di harold budd e hector zazou.

autunno

ci siamo. oggi mi sono alzata e invece del limpido dei giorni scorsi ho trovato il vero cielo milanese, grigio e bianco. ho riempito la lavatrice, ho messo su songs the lord thought us dei cramps e ho fatto il caffè brodoso.

poi sono corsa a recuperare questa immagine che il Giardiniere mi ha mandato («per me è un origami, è un fiore, un nido, è un uccello che vuole prendere il volo, è un dono di carta crespa, è quello che resta dopo il raccolto») a illustrazione dei versi di rilke pubblicati da stefano qualche giorno fa.

Autunno

e poi questa mia, frutto di una preziosa gita settembrina.
non potevo aspettare lunedì.

b come balcone

“you gave me hyacinths first a year ago.
they called me the hyacinth girl.”
– yet when we came back, late, from the hyacinth garden,
your arms full, and your hair wet, I could not
speak, and my eyes failed, I was neither
living nor dead, and I knew nothing,
looking into the heart of light, the silence.

Balcone1 Balcone2con mia grande soddisfazione, le pro-post(e) del Giardiniere stanno prendendo un ordine alfabetico (anticipando mirabilmente una cosa di cui poi vi parlerò).
questo balcone giunge a ideale complemento degli scaffali di cui si discorreva, con le medesime qualità rivelatrici,* in particolare come microesempio di giardino dove coltura e cultura sono una cosa sola e l’immagine dei giacinti – dai colori falsamenti autunnali ma in realtà, com’è naturale, primaverile – conduce a un riferimento letterario (eliot, la terra desolata) oltre che a quello mitologico, trionfante dove giacinti e narcisi sono vicini. a proposito dei miti da cui questi fiori prendono il nome – questi giovinetti morti per amore, l’uno della propria immagine, l’altro di apollo – s. teorizza un «complesso di giacinto», applicabile a chi si lascia distruggere da un rapporto amoroso, se ho capito bene.
(ma come sempre a me i fiori piacciono molto anche solo così, da guardare.)

* a proposito, commentando questa cosa sul weblog di gattostanco si diceva che su internet si vedono splendide foto di fiori, ma raramente gli attrezzi da giardinaggio: s., consideralo un suggerimento.

intorno alla casa del signor palomar c’è un prato

Prato1 Prato2«non è quello un posto dove naturalmente ci dovrebbe essere un prato: dunque il prato è un oggetto artificiale, composto di oggetti naturali, cioè erbe. il prato ha come fine di rappresentare la natura, e questa rappresentazione avviene sostituendo alla natura propria del luogo una natura in sé artificiale ma artificiale in rapporto a quel luogo.» (calvino, palomar – citazione di seconda mano, non l’ho letto).

a come acqua

un dotto contributo del giardiniere a questi «lunedì vegetali» (io più tardi magari ne inserirò uno, letteralmente, terra terra. intanto anche untitled io mi ha aggiornato privatamente sul contenuto del suo balcone – a lei decidere se metterne a parte l'universo mondo; chiunque abbia un weblog ovviamente può aderire al mbb).
questa settimana le lussuose immagini proposte da s. galleggiano a pelo d'acqua e, per chi vuole, dall'acqua fanno emergere figure simbolo – rispettivamente – della vita, del sesso, della morte.

Lavita  Ilsesso  Lamorte

(del quadro di waterhouse – acqua anche nel nome dell'autore! – ho tenuto questa bella immagine anche se è un po' tagliata. chi condivida la mia fissa sul confronto delle riproduzioni artistiche in rete può vedere, per esempio:
manchester art gallery
jwwaterhouse.com
un sito sui preraffaelliti)