a new york cambiano macroscopicamente le dimensioni rispetto, che so, a parigi, dunque la città dentro il fiume non è un piccolo gradevole ma prevedibile nucleo originario, ma una città intera. per qualche motivo trovo mindboggling pensare a un centro urbano così grande e compatto circondato da acqua, banchine portuali, isolette, traghetti. il suo cuore alla fine non mi è sembrato central park ma bryant park, più chiuso dai grattacieli ma ugualmente così piacevole, un tutt’uno con la biblioteca che rappresenta quei luoghi istituzionalmente rassicuranti di manhattan, come anche grand central e il general post office, che non mi danno assolutamente il senso di smarrimento dei loro analoghi milanesi. al parco, tra l’altro, le seggiole americane con tavolino incorporato acquistano improvvisamente una ragion d’essere.