iniziata lunedì con il concerto di richard thompson, bello e ortodosso e professionale come ci si poteva aspettare (ma quanto poco folk!), si è conclusa con hey girl! della societas raffaello sanzio a uovo. (l’ha visto anche il new york times, con cui sono abbastanza d’accordo, se non fosse che una unrelenting grimness per me difficilmente è uno shortcoming.)
certo, per quanto il crescendo percettivo dello spettacolo non lasci indifferenti, a un certo punto si accompagna a una rilettura di stereotipi (testo di romeo e giulietta proiettato, donna nera incatenata, tacchi alti) che non mi ha conquistato – mentre mi piace quando la ragazza diventa un po’ bionica, alla fine, interagendo con elementi metallici, frastuono, laser.
invece la prima parte, dal risveglio-nascita alla vestizione allo stridente contrasto olfattivo profumo-telo strinato (ma se ne andrà un flacone di chanel n. 5 a ogni spettacolo? o che cos’era?) all’uso del colore rosa, mi ha preso assai.
(e per il resto della settimana? bleah)