di lunedì scorso al rainbow, ho da dire che mi è piaciuto di più rispetto all’ultima volta; ne ho apprezzato la compattezza, la mancanza di nostalgie e insieme quegli elementi sonori che in una certa prospettiva sembravano comporre una summa degli anni 70, quelli belli.
ma forse ero io senza nostalgie, senza aspettative di questa o quella canzone (a parte venus in furs ovviamente), senza nemmeno flashback alla primavera di 15 anni fa in cui L – era lei la fan di cale, non io – mi trasportò a bologna a vedere un concerto del tour immortalato in fragments of a rainy season.
io ero qui, a quasi 40 anni, lui era qui, appena compiuti i 65, andava tutto bene.
e alla fine (quando solo io, g. e un dandy dal foulard a pois eravamo rimasti davanti alla transenna, increduli della mancanza di un bis) è apparso sul palco il burbero benefico tecnico del suono ora fidanzato con quella nostra amica dalla quale, parecchi anni fa, comprai gli stivali che avevo ai piedi lunedì sera. non sarà proprio per questo che è stato detto tout se tient, eppure…
la recensione l’ha fatta spider
l’aria l’ha imbottigliata garnant
gli altri presenti potrebbero compilare la set list, così, la mandiamo a hans, no? (ma quella cartacea chi se la sarà presa, alla fine?)
stivali tanto shiny da riflettere persino i ricordi
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(il dandy era quello alto? mamannaggiaalluimannaggia…)
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allora, questa set list? pigri!
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