(sospesi nel tempo) di peter jackson l’ho visto proprio volentieri, non solo per peter jackson che era ancora «quello di creature del cielo», ma per michael j. fox che dieci anni dopo ritorno al futuro riesce almeno a tornare al presente (per poi sparire dal grande schermo, ma allora non si sapeva), e alla fine della storia di amanti assassini, agenti FBI squilibrati e ospedali abbandonati c’è uno di quei pezzi mainstream a cui ogni tanto mi devo abbarbicare come l’edera, don’t fear the reaper dei blue oyster cult in versione neozelandese, dei mutton bird.