«Come si chiamavano? Sapevo solo che erano proprio questi libri scomparsi ormai da tempo che non ero più riuscito a ritrovare. Adesso però erano in un armadio, che al risveglio mi resi conto di non aver mai visto prima. Nel sogno mi sembrava vecchio e familiare. I libri non erano disposti in verticale ma in orizzontale;e precisamente nell’angolo più minaccioso. In essi c’era aria di tempesta. Aprirne uno, mi avrebbe condotto nel bel mezzo del grembo in cui, cangiante e fosco, si rannuvolava un testo gravido di colori. Erano gorgoglianti e sfuggenti, sempre trapassavano in un violetto che sembrava provenire dalle viscere di un animale macellato. Innominabili e carichi di significato come quell’esecrabile violetto erano i titoli, ciascuno dei quali mi sembrava più bizzarro e familiare del precedente. Ma prima ancora di potermi impadronire anche di uno soltanto di essi, mi ridestavo senza aver sfiorato, neppure in sogno, i vecchi libri per ragazzi.»
walter benjamin, infanzia berlinese intorno al millenovecento, trad. it. di e. gianni, einaudi 2001
grande libro!
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una meraviglia, purtroppo sto per finirlo…
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