volevo dirvi: piantatela di venire a milano a fare showcase pomeridiani e piccoli concerti in locali intimi dove vi si vede da vicino e vi si può persino parlare. basta, è troppo. dopo julian cope che fa canzoni da peggy suicide sul palco della feltrinelli, liverpudlian vestito da cowboy tenebroso spalleggiato da una gigantografia dei beatles che bevono caffè, intento a ipnotizzare il pubblico battendo sul pavimento, mi ritrovo emotivamente provata.
Questo lo noto soltanto adesso, curiosando: complimenti – c’ero anch’io, poi ho rivisto il Cope in versione hard rocker a Urbino, agosto ’05. “Krautrocksampler” l’hai letto?
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no, il corpus delle scritture di cope non l’ho ancora affrontato… vorrei i libri sulle pietre, però.
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