portano sorprese. e invece stavolta, se già ero contenta di un sabato pomeriggio come di vacanza e di novità, in cui non mi sembrava neanche di essere a/di milano (be’, comunque io in effetti non sono di milano), tornare a casa e trovare un’email che mi annuncia un insperato concerto dei legendary pink dots domenica non poteva che rendermi più contenta (oltre a inquietarmi un po’, ma è normale).
dunque, la stessa giornata in cui ho dovuto recarmi al paesello e andare a messa (sì, ho dovuto) si è conclusa con edward kaspel a strillare «our lady’s selling tissues for the tears, for all the years of blessed rape in the name of our sweet lord» – davanti a cento persone se contiamo anche i baristi, i venditori di cd e la cassiera. ma tra costoro, totalmente imprevisto, si è manifestato il bel viso del cultore di suoni strani a cui devo molti dei grilli che ho per il capo: non ci vedevamo da sei o sette anni, neanche a metterci d’accordo ci saremmo riusciti. L’abbiamo lasciato ad aspettare di parlare con kaspel e silverman mentre noi correvamo a prendere la novanta, con in mente l’ultima bottiglina di birra rossa rimasta nel frigorifero.
2 risposte a "non sempre i fine settimana"
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no, i leggendari puntini rosa! invidia, avrei voluto vederli anch’io (le copertine dei loro vinili sono favolose)
le copertine erano bellissime e adesso i vecchi dischi li hanno ristampati in una serie di cd con diverso ma interessante artwork, polacco (non scherzo, e dentro c’è la traduzione dei testi in polacco). ma devo dire che avrei preferito vederli più spesso in concerto – ottima sintesi della prolissità discografica – invece di ritrovarmi con una dozzina di vinili e altrettanti cd di cui per lo più, ormai, ignoro il contenuto… comunque il periodo golden age –> maria dimension rimane favoloso.