my name is michael caine

l’altra sera ho visto finalmente l’americano tranquillo: non la versione del ’58 di mankiewicz ma quella recente di phillip noyce, con michael caine. ci tenevo perché sapevo che, per il cinismo malinconico di un personaggio di greene, caine sarebbe stato perfetto. il film lo è un po’ meno, ma comunque un’ottima scusa per andare a recuperare di corsa il libro – uno dei greene in cui l’ambientazione esotica è puro spaesamento e ci sono frasi come: «Chiusi gli occhi e immaginai di essere altrove, seduto in uno dei compartimenti di quarta classe delle ferrovie tedesche prima che Hitler andasse al potere, quando ero giovane e potevo stare alzato tutta la notte senza che mi venisse la malinconia, e quando i sogni del risveglio erano pieni di speranza e non di paura».

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