daniele formica

scomparso due giorni fa, amo ricordarlo come elegantissimo presentatore delle comiche di buster keaton sulla rai; anche la vita in fondo è breve – non due rulli, ma poco più.
non avevo idea che fosse mezzo irlandese, cosa che me lo rende ancor più caro.

la sua notorietà televisiva fu passeggera, ma continuava a recitare e di recente teneva un blog (dalla scrittura evidentemente impari rispetto alla vulcanicità del suo flusso pensiero/parola).
in rete c'è anche c'è la trascrizione di una trasmissione tv in cui incontra degli studenti.

amabile merce

Ct2131_classic_english_break_40_pr06_3che il tè sia la mia sostanza-rifugio si sa, e dunque l’accumulo di provviste del genere ha una sua giustificazione.  l’altra settimana però ho comprato queste bustine di cui non avevo assolutamente bisogno, solo perché clipper mi instupidisce totalmente con il suo packaging.
il tè peraltro è molto buono e l’azienda impegnata a tutto campo su prodotti biologici e/o da commercio equo.

sembra però che i loro grafici, big fish (già artefici dei pacchetti di dorset cereals, di cui sono caduta vittima numerose volte), abbiano un mio identikit da usare come profilo del consumatore ideale e ciò mi mette a disagio: faccio bene a premiare la bellezza del loro lavoro e la qualità dei prodotti che riveste, oppure sono solo un’altra psicolabilità nel grande sistema del commercio?
in altri termini: resistere al richiamo della teiera rétro (con rosellina incorporata, l’avete vista) sarebbe un saggio atto di spirito critico o un inutile atto di automortificazione?

(prego di andare a guardare la serie di pacchetti «drink me», ispirati ad alice nel paese delle meraviglie, prima di rispondere.)

l’avaro del teatro delle albe

all'elfo-puccini non c'ero ancora stata, è uno spazio sobrio, gradevole (appena appena contorto), che sa di nuova ristrutturazione, con un atrio dove mette allegria vedere l'animazione di una multisala a scopo teatrale e non cinematografico (senza i popcorn, per esempio).  la cavernosa galleria di corso buenos aires ne viene solo in parte riscattata – speravo meglio – forse anche per i lavori in corso sul marciapiede.

Casetta-cassetta martedì sera, l'arpagone interpretato da ermanna montanari ha dilettato senza troppi traumi anche una mezza scolaresca di adolescenti.  ma sì, perché dopo un inizio veramente cupo e disturbante – lei torva come una rockstar incazzata in diabolici stivaletti margiela, il continuo rimescolamento della scenografia da parte della servitù, i personaggi giovani dal viso malaticcio e i gesti di meccanica marionetta – la commedia prende il sopravvento.  pur grottesca e amara, ovviamente: la casa ridotta a forziere per il denaro, la famiglia a dinamica economica, un lieto fine che non riscatta la mediocrità dei personaggi.
il testo è proprio quello di molière nella traduzione di garboli ma de-enfatizzato (come ci si può aspettare) dalla continua messa-in-discussione, messa-in-evidenza e mise-en-abîme della messa in scena.
[che poi a volte lo trovo un pochino triste, che non si possa più fare uno spettacolo di prosa innocente, con un allestimento tradizionale, ma è la nostra condanna. e comunque, a vedere l'inizio dello spettacolo con i finti tecnici di scena che tirano i tendaggi, arriva il brivido.]

(altri accenni alle albe: 1, 2, 3, 4.)

refurbishing plan for a pismo

il powerbook G3 firewire è in pensione da anni (4), è vero, ma non perché lo si vede stanziato in un’amena località lacustre, dedito a dormire a lungo con ridottissimi periodi di attività, dobbiamo pensare che la sua vita sia terminata.  in occasione di un cambio di router obbligato, ho deciso di imporgli una cura ricostituente fatta in casa.

Il piano è:
– batteria nuova e batteria pram nuova (queste sì sono defunte entrambe da tempo)
– ram: incremento da 378 a 640 (si potrebbe fare di meglio, ma io oso mettere le mani solo allo slot superiore)
– sistema operativo: trovare os 10.4 (ho formattato con i dischi originali del 10.3; con gli aggiornamenti si arriva a 10.3.9)
– aggiungere scheda airport interna, visto che il piccolo vi è predisposto fin dal lontano 2000 (non so voi, mai io il wireless l’ho avuto l’anno scorso).

ho un po’ voglia di prendere una scheda usb 2.0 per lo slot pcmcia, anche se dubito che mi servirà davvero. tra l’altro l’hd lo terrei com’è  – 12GB – ché anche lì non mi va di metterci le mani (a dir la verità lo cambierei più per il ronzio che per la scarsa capacità).

Ed ecco che improvvisamente, a giudicare da ebay, i tedeschi mi appaiono fittamente impegnati a smanettare sui vecchi macintosh come gnomi delle fiabe.

rocco e la censura

ma accaniamoci ancora sulla conservazione di questo classico del cinema, già che ci siamo.

all'epoca subì tagli di censura (fonte) e non mi è chiaro se a oggi vi siano copie restaurate integrali. quella appena vista a milano, per esempio, dà l'impressione che manchi qualcosa nelle 2 sequenze  scabrose (lo stupro dura pochissimo; la scena nell'appartamento di duilio resta in sospeso).

chissà come saranno le versioni in dvd? (ed. italiana, inglese, tedesca, tedesca 2 dischi)

rocco massacrato dalla cineteca italiana

non paga della mia ultima esperienza allo spazio oberdan (ma già se ne parlava tempo fa), ecco che in un sussulto di entusiasmo patriottico decido di iniziare l'anno cinematografico andando oggi 5 gennaio, ore 21, a vedere rocco e i suoi fratelli alla rassegna di luchino visconti. comincia. cartello «fondazione cineteca italiana presenta»: sarà la loro pellicola, chissà che bella, stavolta andiamo sul sicuro. e invece no.
la pellicola c'è, ma non sta a fuoco un secondo di fila (parere del nostro proiezionista: probabilmente non viene premuta a sufficienza dal pattino, forse perché troppo sottile). vinta a stento la tentazione di uscire a farci ridare i soldi (e bruciare la tessera del 2011 appena fatta), ce lo becchiamo tutto così: tre ore minuti di proiezione indecente in cui ogni cosa oscilla come in un acquario. nonostante fischi e imprecazioni, lo spettacolo non viene interrotto. all'uscita troviamo sulla cassa deserta un avviso: ci si scusa per la cattiva qualità «inaspettatamente» riscontrata (ma le prove di proiezione non usano più?) e ci si impegna a fare di meglio per lo spettacolo di sabato (come se avessimo intenzione di tornarci).
ecco, siamo ridotti così: la cineteca italiana non riesce a proiettare un capolavoro di visconti.
scommetto che ci sono paesi stranieri che ci riescono (e spero che nessuno, nella sala piena, fosse venuto apposta, che so, dalla svizzera).

(ps il gattopardo è stato tolto dal programma: se ho capito bene, la titanus non ha concesso di proiettarlo.)

edina altara

ultime creature del 2010 (alcune anche di sapore vagamente natalizio) da una copia delle fiabe di zia mariù di paola lombroso carrara (paravia, 1925).

L’autrice è un personaggio affascinante, edina altara (nelle seguenti, la firma «edina e ninon» indica la collaborazione con vittorio accornero, allora suo marito).
su edina, sarda, esiste un bel libro dell’editore ilisso.

Illustrazione di Edina Altara
Illustrazione di Edina Altara
Illustrazione di Edina Altara