notti fresche in città

oppressa dal peso peloso di un felino appiccicoso, l’altra notte ho fatto un brutto sogno di lavoro e stanotte mi sono aggirata in una berlino di fantasia cercando di ricordare l’ortografia dei toponimi. adesso vado per qualche giorno in montagna, dove fa ancora più fresco ma non ci sono gatti. causa altitudine, di solito si fanno sogni in technicolor.

un giorno per raccogliere le idee

Berlinerindisfare la valigia emiliana, fare quella per berlino, boccheggiare senza rendersi particolarmente conto di essere in vacanza ( ieri avevo così sonno che ho piantato lì a metà mr. vengeance anche se non l’avevo ancora visto), disintossicarsi brevemente dal maiale, iniziare inutili lavori di cucito eccetera.
dopo molte confuse letture, ora sto per partire armata essenzialmente di un’ottima guida footprint in prestito (grazie) e di una visione non troppo lontana di sunny.

il mio senso

del valore del denaro, gravemente e, temevo, irrimediabilmente compromesso prima dall’avvento dell’euro e poi dai prezzi mostruosi di tutto quanto oggi, ha ritrovato improvvisamente dei parametri sensati da quand’ho scoperto che a me ignara turista è possibile affittare un monolocale a berlino per 27 euro al giorno. a questo punto, nella mia vita, tutto ciò che costa più di 27 euro costa troppo; linea guida che raccomando nell’affrontare i saldi estivi, in quanto destinata a garantire risparmio autentico e non presunto (non vorrete mica comprare un paio di scarpe che proclamano di essere scontate del 30% pur costando come due settimane a prenzlauer berg).

PS
ho fatto un’integrazione frivola alle indicazioni su milano (ma solo uno dei posti indicati è compatible con i criteri suddetti, ahinoi).

ufficio online

da un’oretta. niente incetta di scorte alimentari. peccato, ho un certo languorino.
ascolto quotidiano della settimana (continuo a dedicarmi a singole canzoni, probabilmente con album interi non ce la farei): six organs of admittance, close to the sky – c’è una versione live sul sito.
inoltre ho casualmente risentito southern mark smith di jazz butcher: colgo l’occasione per segnalare gran copia di mp3 ufficiali e chiedermi perché nessuno porta in italia pat fish, che se lo meriterebbe quanto se non più di altri coetanei.

terzo giorno offline in ufficio

ormai la gente manifesta una certa inclinazione a fare le pulizie di primavera. la telecom non trova il guasto. l’amministratore delegato e il direttore marketing insistono a mandare mail circolari – da casa loro? da un palmare? – nonostante il resto dell’azienda non le possa leggere (io le ho viste da casa, dalla webmail, ma non lo dico e non rispondo).

secondo giorno offline in ufficio

si torna a far girare polverosi floppy drive, si masterizzano cd per file da 48K, ci si perde via in telefonate prolisse, si dà fondo ai blocchetti di buoni per i pony. gli snobbati (in quanto categoria inferiore) collaboratori esterni diventano preziosi salvatori della patria, mandando da casa loro i pdf allo stampatore.
ora sto stampando da webmail alcuni messaggi utili da portare in ufficio domani (…), poi torno a fare il lavoro analogico, che tra l’altro è anche un po’ spionistico.

buffo, un intero giorno offline

in ufficio: non si riesce a tornare a modi di lavorare precedenti; la gente è spaesata, a non poter controllare l’email sembra di non avere niente da fare. chissà domani.
da casa mi potrei un po’ rifare stando su internet e postando arretrati bloggabili come certi vecchi francobolli, ma è dagli anni venti che aspettano e aspetteranno ancora, perché ho accettato l’ennesimo lavoro analogico (leggere).

buone notizie (per gente che ama le cattive notizie)

sir arthur conan doyle’s birthday celebrato da google.

la settimana scorsa ho imparato i giorni della settimana in romagnolo. ho dei problemi a pronunciare il giovedì, che tra l’altro è femminile.

sabato sera ho visto gli skiantos gratis e ho cantato il ritornello di i gelati sono buoni.

il gatto che sembrava scomparso sta invece arzillo sul terrazzo di sopra. (da solo non riesce a scendere dal rampicante potato, ma del resto la vecchia lo nutre. non penso che lo riporterà giù; in questo senso è in atto una specie di sequestro di gatto. si aspetta che il rampicante ricresca.)