il sacro segno dei mostri

di manfredini non sarebbe proprio lo spettacolo da scegliere per svagarsi (rispetto a una situazione familiare decisamente pesa), vero?  eppure ha quel suo modo di strapparti un sorriso nella devastazione, non si sa mai se censurare il riso per rispetto del personaggio o indulgervi sperando in una catarsi.
avevamo degli assurdi posti d'angolo in prima fila (il 5, sera della prima a milano), che si sono rivelati peraltro vicini in modo quasi imbarazzante all'angolo in cui dm interpreta la signora senza gamba – e sulla trama non dico altro.

quote, più o meno:
«oggi sono felice. erano quattordici anni che non mi sentivo così felice. sarà un falso allarme.»

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