mentre in irlanda del nord c’erano le elezioni, la settimana scorsa, mi dibattevo ancora nella lettura di the star factory di ciaran carson.
come shamrock tea – dove ogni capitolo ha il nome di un colore, e dentro le storie di famiglia si mescolano alle vite dei santi e all’esplorazione dei coniugi arnolfini , ma con un bizzarro filo narrativo – è un libro che si dà una struttura rigida, nominalista (in questo caso i capitoli son quasi tutti intitolati a luoghi e strade di belfast) per potersi poi permettere il massimo della soggettività e della libertà.
consultazione (magari in ordine alfabetico) di vecchi stradari e mappe, ricordi d’infanzia, sogni, storia materiale ricostruita partendo da vecchi oggetti casalinghi-libri-indumenti, storie etimologiche tra inglese e irlandese, una lunga disamina del film odd man out (che conferma che è tutto girato in studio) e di alcune fotografie d’epoca, storie di modellismo, radio, francobolli, lo spettro del titanic e molti altri ingredienti lievitano in una specie di biografia (molto autobiografica) di una città. libro bello, arduo, pedante.
la prosa di cc non risulta tradotta in italiano – e per la verità si capisce anche il perché – però sarebbe bello provarci…