è il primo film di chris petit, coprodotto da wenders, noto perché inizia con un piano sequenza lungo tutta la durata di heroes (con tanto di strofa in tedesco; un’emozione supplementare è stata che trattandosi del primo rullo la pellicola era straziata e si sentiva malissimo) e per le riprese dall’interno di un’auto su strada bagnata inglese, colonna sonora radioactivity dei kraftwerk. c’è pure un’apparizione di sting, e nonostante questo il film mi è piaciuto molto.
del regista conoscevo il nome perché ovviamente ho sempre desiderato vedere radio on – con quel titolo lì e la mia fissa della radio, poi – ma c’è da notare che egli mi capitò tra i piedi anche un paio d’anni fa, ai tempi delle fatiche per sottotitolare uno dei suoi film girati in collaborazione con lo scrittore iain sinclair, london orbital (precedenti cospirazioni dei due: the cardinal and the corpse, the falconer, asylum). dopodiché, forse per masochismo, ho cercato di approfondire la conoscenza di sinclair e delle sue ossessioni psicogeografiche arrivando a imbarcarmi nella – lenta – lettura di lights out for the territory.
cp a sua volta scrive libri e recensioni letterarie.
è online pure il catalogo del festival di pesaro 2001 con la retrospettiva dedicata a cp e un suo articolo sul video digitale.
scriviamoci anche il nome dell’attore protagonista, la cui carriera, stando all’imdb, si è praticamente fermata lì: david beames. unica notizia su di lui trovata in rete: ha i capelli rosso fuoco, particolare ovviamente indecifrabile dal film.
…io cerco di vederlo da una vita e non ci sono ancora riuscito. Quanto a Sinclair, sono fan, lettore, studioso e appassionato (sono capitato qui cercando info su di lui in italiano). Complimenti per il lavoraccio di traduzione di London Orbital!
se vuoi in prestito la vhs, scrivimi ché ci mettiamo d’accordo!
Al momento sono sepolto sotto due case da traslocare dentro una, mi farò vivo a tempo debito per la vhs. Molte grazie, eh!