chi è marc cramer?

otranto.jpgecco la domanda che sorge spontanea davanti a questa incredibile copertina di tascabile degli anni 70 – su cui, sarà la suggestione pugliese, sembra aleggiare l’ombra di carmelo bene – fornita della didascalia «particolare da una fotografia di marc cramer». questo è un caso in cui il libro come oggetto finisce per essere più importante del testo: spunto feticista che non sarebbe forse spiaciuto allo stesso sir horace il quale, oltre ad assemblare la casa-capolavoro di strawberry hill con maniacale collezionismo, è arrivato a compilarne, delizia delle delizie, un inventario (ehi, possibile che la sellerio non abbia un sito?).
per tornare al il castello di otranto, confesso che mi ha deluso, complice probabilmente la traduzione vecchia e bruttina. anche qui, legi oportet, si dice, per arrivare alle radici di un genere: il romanzo nero (per cui s’intende gotico, non noir), la storia horror e via dicendo. radici moderne ed editoriali, immagino si voglia dire. È un po’ antipatico, in fondo, questo tipo di classificazione; utile per la storia dell’editoria, noioso per la letteratura.