Ecco, ho dimenticato

di bloggare cantando dietro i paraventi di olmi. non è straordinario come il mestiere delle armi. certo è pieno di cose belle, con le scenografie di legno teatral-navali sospese tra ronconi e il barone di munchausen, qualche momento felliniano per fantasia e/o umorismo. ma ci sono un po’ troppe cornici e virgolette per il racconto, che alla fine non mi dice granché. all’inizio c’è un sacco di nudo di cui non si capisce il motivo (cioè, si capisce, ma lascia il tempo che trova: a esserne turbato è solo il ragazzino brufoloso). comunque, ce ne fossero di settantenni che monopolizzano una baia del montenegro per fare un film su una piratessa cinese… il marito della piratessa è kobayashi makoto: avvistato l’ultima volta qualche anno fa in occasione di un’installazione a casa di un’amica sua, adesso ha sorpreso px e me esponendo in una mostra a venezia durante la biennale e apparendo sul grande schermo.