ultimo giro in libreria sotto natale

Biscotti attorno all’una la libreria dei ragazzi e la libreria del corso erano posti abbastanza tranquilli e accoglienti con musica non invasiva. Nel primo non avevano neanche sentito nominare l’erbario di emilie vast, nel secondo ne avevano almeno venti copie (casomai ve ne servisse una).

in other news, è l’anno dei biscotti fatti in casa:questi qui li ha fatti la collega p., io ho prodotto degli sgorbietti di gingerbread, al centro yoga c’erano i biscotti fatti dalla figlia della titolare, ma soprattutto, l’omaggio dei grafici cool consisteva in una scatoletta con la scritta auguri in lettere di pastafrolla. improvvisamente, è tendenza.

ozu sotto natale a milano

il regalo che ci ha fatto la cineteca allo spazio oberdan è stato una rassegna in video. perlomeno io, quando mi sono decisa – schiacciata dai sensi di colpa perché mi stavo perdendo ozu – ad andare a vedere tarda primavera, di un film meraviglioso ho trovato una deprimente videoproiezione (ma all'ingresso mi hanno poi detto che la rassegna di quest'anno era tutta così).
ora, se proprio proprio non si trovano copie in pellicola e vogliamo comunque proiettare un film in video in quanto raro (ma di tarda primavera esiste addirittura il dvd italiano), per piacere scriviamo il formato sul programma, se no che cineteca è, scusate.
mah, consoliamoci con gli interni di tarda primavera e un articolo con osservazioni interessanti sugli oggetti solitari in ozu (eng).

a milano sotto natale

che cos'abbiamo di bello:

la stazione centrale definitivamente trasformata in centro commerciale (con apposita campagna di affissioni).
contiene la libreria feltrinelli più grande del mondo: nominalmente ha altrettanti titoli quanti ne ha la feltrinelli duomo, ma percettivamente sembrano di meno. il piano nobile è carino e ha un corner di costosi snack biologici o inglesi (o entrambe le cose). il piano sopra è una sala eventi per metà occupata da un magazzino libri. il piano sotto ha un'aria seriamente svantaggiata irriscattabile dagli scaffali di libri per bambini.

il nuovo museo del novecento, che non ho ancora visto. raccolte voci di corridoio:
1. ci sono code all'ingresso (per un paio di mesi è gratuito)
2. il quarto stato aveva più senso al termine del percorso ottocentesco della galleria d'arte moderna che non a dare inizio a questo (benché sia in effetti del 1901).

i soliti numerosi grandi negozi dove acquistare qualcosa di grazioso per le persone amate. e dove però viene diffusa musica a un volume tale che starci abbastanza (da riuscire a comprare qualcosa) comporta sofferenza fisica. l'anno prossimo, shopping online anche per i regali.

poi, ieri sera sono tornata a piedi dalla cena natalizia aziendale (nonostante i tacchi nuovi, che si sono rivelati comodissimi), così ho guardato bene i numeroni sui grattacieli. trattasi del progetto n. 31 del festival led:*

Growing by numbers
Architettura Attuale_Paolo Cesaretti, Antonella Dedini, Guendalina Di Lorenzo
Coordinamento progetto Ing. Roberto Cigada
Grattacieli di Milano (Numero 1 Torre Galfa ; Numero 3 Pirelli 39; Numero 5 Torre FS Garibaldi
A; Numero 7 Torre FS Garibaldi B; Numero 9 Torre César Pelli)
Una numerazione progressiva delle architetture che si elevano in altezza nell’area
Garibaldi_Varesine. Nell’area che, al centro della città, è l’emblema di questa trasformazione,
contiamo i grattacieli della città che sale. E uniamo tutti i numeri con una linea ideale che
tratteggia la mappa della città del futuro.
Partner Illuminotecnico Zumtobel
Partner tecnico Clod srl

direi l'installazione più carina fra quelle che ho visto finora (vogliamo parlare degli imbarazzanti «vestiti di luce» sponsorizzati dagli svedesi in corso vittorio emanuele?) ma l'iniziativa mi pare non reggere il confronto con le luci d'artista di torino (va be', lì partivano dalla serie di fibonacci di merz sulla mole antonelliana, altro che numeroni sui grattacieli…)

* sta, ho scoperto, per light exhibition design (chevvordì?). ma comporterà anche, come immaginavo io, che siano tutti progetti con luci a led? boh, speriamo.

ricominciamo con un bel quiz

oh, quanto tempo era che non finivo su quizilla…

You are Neverwhere! You are dark, intriguing, and lenient. You might make people feel uncomfortable, either because you are intimidating or you dress differently possibly both. In reality you are a nice person, but people tend to make snap judgments about you and think they can push you around. You probably are idealistic and dream of a utopian society. The friends that you have are the kind that last forever and you are fun and easy-going when people bother to get to know you.

which neil gaiman book are you?

ho forse bisogno del cofanetto di springsteen?

sinceramente non pensavo proprio di dover aggiungere nulla alla versione di the promise del celebre bootleg all those years, registratami più di 25 anni fa dal compagno di classe springsteeniano collezionista.

Ampex1

tutavia le notizie sull'uscita degli inediti di darkness e del relativo documentario mi hanno piantato in testa un così insistente ritorno della canzone* da imporre la verifica hardware.

Ampex2

dunque, the promise si sente abbastanza bene (anche se il fruscio del nastro minaccia di soffocare gli adorabili crepitii del vinile), for you pure,** ma un tentativo di fast forward fino a because the night ha rivelato la natura mortale della ampex e del suo commovente bollino dorato.
because the night
c'era già sul cofanetto live 75-85 che coronò, suggellò e sigillò*** il mio springsteenianesimo (del quale non ho nostalgia), eppure, con i tempi che corrono, inizio a pensare che di tali capolavori possa essere opportuno foderarci la casa. 3 cd e 3 dvd? improvvisamente non sembrano troppi.

* le canzoni di springsteen fino a born in the usa le so praticamente a memoria, pur avendole assimilate nel giro di pochi anni e poi quasi più ascoltate perché mi fanno male alla salute. (quando mi imbatto in un dj radiofonico che mette the river come una qualsiasi canzonetta vengo colta da impulsi omicidi.)
** l'ho mai detto che greetings è forse il mio album preferito di springsteen? (di solito non lo dico per non fare un torto a darkness e nebraska).
*** vedere il concerto del tour di tunnel of love fu praticamente un rito di passaggio: ho anche qualche disco successivo, sì, ma la fase acuta – pur mai rinnegata, tant'è vero che parto lancia in resta al sentire definizioni spregiative come «il piangina del new jersey» – era terminata.

 

one more ghost

il fotografo a cui porterò questo reperto avrà il suo bel da fare.
ecco una parte di un nebbiosissimo negativo che misura 58 x 82 mm (pollici 2 e 1/4 x 3 e 1/4, credo; dunque possibile formato kodak 105, 620 o 520 film pack?).
qui propendo più per una provenienza dalla famiglia paterna e sul soggetto ho un’ipotesi completamente infondata (diciamo piuttosto un desiderio).

blow up in casa b.

insomma avevo da anni in un cassetto questo negativo molto rovinato dall’aria antica, trovato sparso a casa dei miei. chissà come mai (non capendo un tubo di fotografia, si potrebbe dire), pensavo fosse ancora più vecchio di quel che realmente è, e pensavo di non conoscere la persona ritratta.
a quanto ho capito facendo una ricerca in base alle dimensioni, potrebbe essere un fotogramma di un rullino kodak 121 (pollici 1 e 5/8 x 2 e 1/2, in produzione dal 1902 al 1941) per una piccola macchina a soffietto.

una delle prime cose che ho fatto dopo aver messo le mani su uno scanner che riprende anche negativi è stato acquisire l’immagine (anche se devo ancora capire come acchiapparla intera, visto il formato strano – lo scanner vorrebbe solo 35mm).
facendolo per la prima volta ho sbagliato un’impostazione e l’immagine è apparsa sul monitor ancora in negativo. allora ho pigiato l’apposito comando per invertire il bianco e nero.
mi è apparsa una signora dall’aria familiare, che mi ha ricordato altre foto di famiglia.

con grande struggimento mi sono resa conto che era quasi certamente mia nonna, e per essere più sicura mi sono precipitata a identificare lo sfondo.
mia madre ritiene del tutto possibile che la foto l’abbia scattata il nonno alla nonna negli anni 20.
intanto la stampante fa elaborazioni proprie di quel freddo giorno d’inverno di tanto tempo fa.

(ho provato in tutti i modi, ma gli occhi non si vedono.)