Vent’anni dopo

Perché mai tenere online un blog nato vent’anni fa? Confermo che «nato come To drown a rose in tempi di anonimato in rete, esterofilia e manifesti programmatici, questo archivio resta un inventario di cose lette sentite viste pensate che attira insperato traffico da google su argomenti balzani», e poi è in fondo la mia unica casa online – il resto è fuffa. Mi sembra anche una specie di resistenza all’internet (quasi tutta) orribile di adesso. Pagare due domini, la pubblicazione senza pubblicità, senza desiderare un minimo di traffico. Senza neanche aggiornare i link «rotti». Certo, ho anche predisposto un profilo Substack, nel caso che un cambiamento di piattaforma mi faccia venire qualche ispirazione. Mi piace Substack. Ma una newsletter la trovo un po’ presuntuosa: non ho mai avuto niente da dire direttamente agli altri online, ho solo messo in fila qualche idea nel caso suscitasse un po’ di complicità. Sarebbe un giorno perfetto per dichiarare chiuso il blog, oggi, e forse è quello che sto facendo… o forse no?

le coincidenze fra danza classica e yoga

Forse possono colpire solo chi ha praticato queste due discipline e nessuno sport (cioè me). Non so se ci sia bibliografia; in rete trovo solo poche note occasionali.*  Nato dal déja vu di certe asana che ricordano gli esercizi preparatori, il parallelo fra due pratiche diversissime (l’una innaturale, quasi punitiva e dominata dall’intelletto, l’altra organica, liberatoria e tesa a sviluppare un «pensiero del corpo») si giustifica forse con la qualità estremamente soddisfacente del lavoro sulla forma.
Non penso invece che ci siano derivazioni dirette, essendo il balletto codificato nella Francia del Seicento e Settecento, dove l’influsso della cultura indiana sembra improbabile.
Ogni contributo è benvenuto…

*Ho dovuto ricorrere alla Wayback Machine perché le pagine erano sparite mentre il post rimaneva in bozza (quei cinque o sei anni).