Vent’anni dopo

Perché mai tenere online un blog nato vent’anni fa? Confermo che «nato come To drown a rose in tempi di anonimato in rete, esterofilia e manifesti programmatici, questo archivio resta un inventario di cose lette sentite viste pensate che attira insperato traffico da google su argomenti balzani», e poi è in fondo la mia unica casa online – il resto è fuffa. Mi sembra anche una specie di resistenza all’internet (quasi tutta) orribile di adesso. Pagare due domini, la pubblicazione senza pubblicità, senza desiderare un minimo di traffico. Senza neanche aggiornare i link «rotti». Certo, ho anche predisposto un profilo Substack, nel caso che un cambiamento di piattaforma mi faccia venire qualche ispirazione. Mi piace Substack. Ma una newsletter la trovo un po’ presuntuosa: non ho mai avuto niente da dire direttamente agli altri online, ho solo messo in fila qualche idea nel caso suscitasse un po’ di complicità. Sarebbe un giorno perfetto per dichiarare chiuso il blog, oggi, e forse è quello che sto facendo… o forse no?