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To drown a rose in tempi di anonimato in rete, esterofilia e manifesti programmatici, questo archivio resta un inventario di cose lette sentite viste pensate che attira insperato traffico da google su argomenti balzani, e che ogni tanto, in modo un po’ horror, tende a rianimarsi.
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Beh, Gattostanco ha segnato la strada… ed eccomi qui.
Curiosa, questa cosa degli scaffali. I miei vivono della più assoluta anarchia! I libri in soggiorno stanno in doppia fila, in stanza stanno in prima, con sovrapposizioni orizzontali. E sono sempre lì che stresso il mio Curvilinee, perché mi faccia nuovi scaffali!
Mah.
sì, dimmi che cosa leggi e ti dirò chi sei!
per la cronaca, il primo «gli scaffali degli altri» è qui, ma atteneva più al collezionismo e alla bibliofilia che al nostro scaffale quotidiano.
pennastilo, beata te che hai almeno qualcuno da stressare in merito! io dovrei invece semplicemente trovarmi un falegname e pagarlo, ma come sempre mi sa briga più la prima cosa che la seconda. e non vi ho ancora raccontato la storia delle mensole crollate.
Delle mensole crollate?
Sono tutta orecchi!!
allora, uno dei primi tentativi messi in atto da me e dall’uomo di nome pi per permettere a libri et similia di vincere la forza di gravità fu andare volonterosamente a comprare le mensole dell’ikea. gli scaffali non ci piacevano, ci piacevano più le mensole, una parete di mensolone. metterle su fu assai faticoso, perché era estate e faceva caldo; la nostra competenza nel massacrare il muro di tasselli era scarsa (questo l’abbiamo capito dopo), ma devo dire che con il trapano mi divertivo un sacco. ecco, poi dopo qualche giorno, convinti di aver risolto il nostro problema, partimmo per le vacanze e il riposo del giusto. al nostro ritorno le mensole – tranne una in alto, che resiste ancora – giacevano a terra in un orrendo mucchio di libri, calcinacci, staffe metalliche (erano quelle invisibili, che vanno direttamente nella mensola). il gatto era perplesso (per fortuna non era rimasto sotto le macerie; anche se un anno dopo, povera stella, sarebbe morto lo stesso).
adesso su quella parete troneggia un’inossidabile (nel senso che è d’acciaio) scaffalatura che nella sua brutta vastità accoglie tv, stereo e ammennicoli consimili oltre a un sacco di libri in doppia fila (e dei video, forse addirittura in tripla). le mensole le abbiamo tenute in giro per la casa per alcuni anni, poi recentemente ci siamo guardati negli occhi e le abbiamo portate in solaio.
La mia foto raggela lo status quo, devo dire: non ho fatto nemmeno un tentativo di dare ordine ai libri. Pensavo notassi cose come il “Ricettario Carli” in primo piano… In realtà quando non so dove mettere qualcosa, finisco sempre per appoggiarlo sui vari scaffali della libreria, e infatti vedi anche le varie riviste e persino, ohibò, l’ultima busta paga 😦
non osavo chiedere cos’era, la «riservata personale»… mi è piaciuta molto anche la prosaica ma necessaria presenza di «vivere in condominio».
«Hmm… I seem to be turning into a book stack photoblogger – something of a dull niche!» (blog.org).