Antique blog with a sentimental value, from the times when we branched out on the internet armed with anonymousness and our passions, no interest in making it a day job.
Nato come
To drown a rose in tempi di anonimato in rete, esterofilia e manifesti programmatici, questo archivio resta un inventario di cose lette sentite viste pensate che attira insperato traffico da google su argomenti balzani, e che ogni tanto, in modo un po’ horror, tende a rianimarsi.
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Idem come voi… Non sai la tristezza che mi mette entrare in case senza libri. Pazienza se entri in abitazioni di gente modesta che non ha avuto il tempo o la fortuna di potere “istruirsi”, ma entrare in casa di laureati (e magari di successo) e cercare, invano, con lo sguardo libri che non ci sono (ti giuro, mi è capitato!), mi mette addosso uno sconforto…
Anch’io come il nostro caro Bibliotecario ho fotografato parti della mia libreria (ma i miei scaffali sono più disordinati)… se vuoi ti mando qualche scatto.
Ciao!
beh, non ho potuto fare a meno di inviarti un’immagine, seppur non recentissima, di uno scaffale della mia libreria. io li metto in ordine di affinità i libri, secondo criteri del tutto personali; di tanto in tanto ne sposto qualcuno affinché faccia conoscenza anche con altri compagni – se no sai che barba sempre schiacciato fra la copertina e il dorso dei soliti due libri!… ce n’è però di inseparabili…
ecco, adesso viene fuori che è prassi comune fotografare la propria libreria? ma in che mondo ho vissuto finora?
ovviamente riemerge la questione dell’ordine in cui tenere dei libri. a me già sembrava ben disordinato (concettualmente) questo scaffale qui; adesso aspetto quelli di stefano.
“Books are the furniture of one’s mind” (George Orwell)
se penso alla mia ormai più che decennale attività di maestrina (dalla penna rossa si’, ma con le scarpe da ginnastica anche) la cosa di cui sono più orgoglioso è, dopo il fatto di aver creato delle menti critiche e aperte, di aver stimolato una passione per i libri, sia in quanto depositari nonché trasmettitori del sapere umano sia in quanto oggetto materiale (s. e d. potrebbero fare un lungo e squisito excursus su questo aspetto, in italia a torto trascurato, del libro).
credo che sviluppare una mente critica sia intrinsecamente congiunto al fatto di leggere molto, ma non sono ancora in grado di spiegarlo sistematicamente, per cui dovrà restare un ipotesi da testare.
il giardiniere e il bibliotecario avevano scritto due bei commenti a un altro post di cadavrexquis sulla mia dimora (le centre du monde) invasa dai libri e da cui questi stessi libri partivano per altre destinazioni per far luogo ai nuovi arrivati. voi che siete tecnici potreste fare delle freccine elettroniche sottolineate per creare il rimando in ipertesto, io scrivo ancora con la penna stilografica o col pennello su fogli di carta giapponese e quindi lascio fare a te se ti interessa. baci
ora vado a caccia del link!
credo che ci siano degli studi sul contributo della lettura alla formazione della personalità – non so bene, ma ne avevo letto qualcosina tempo fa. deve avere a che fare col fatto che i libri ti parlano, ma lasciandoti da solo, e che leggendo entri a contatto con un’infinita gamma di modo di usare il pensiero e la parola ma devi essere tu a decidere cosa farne e what to make of it, cosa pensarne a tua volta.
ehm, in cadavrexquis ho trovato un post sulle case di d. e s. ma non su quella di a… ci vuole l’aiuto dell’autore in persona.
E’ vero rose… c’è stato un fraintendimento: sono il Bibliotecario e il Giardiniere che, nei commenti a quel post, parlavano della casa di avi. Cosa che io non avrei potuto fare, non avendola ancora vista… Ora vado a recuperare le foto della libreria…
e io non avevo letto gli imprescindibili commenti. bellissimo post, comunque, che ho apprezzato in particolare perché parla della milano che conosco meglio (milano nord, diciamo) in una maniera che mi sembra di capire, da milanese-non-milanese – mi sono accorta ieri che ci vivo da quindici anni ormai.
Quando mi sono trasferita nell’appartamento dove sto attualmente, dopo sposata, mi ero ripromessa di farmi fare una libreria grande abbastanza per sistemare i libri NON in doppia fila…Ovviamente non ce l’ho fatta, ma l’idea rimane sempre quella, chissà, prima o poi…
eh fateli viaggiare questi libri ! muoiono dalla voglia di vedere il mondo oltre che di illuminarlo (nonché di sfondare porte chiuse e teste nonpensanti e risistemare idee ricevute e stantie e far circolare un po’ di linfa vitale nei cervelli…)
quando avro’ più tempo vi spieghero’ i vari modi per mettere in circolazione la memoria del mondo ciao e baci a tutti i bibliofili carcerieri (lo sono stato anch’io per tanto tempo ma adesso casa mia è diventata la gare di perpignan…)
massì, superiamola, questa fase di ritenzione… e poi, se i libri fallissero di aprire metaforicamente le teste chiuse, si può sempre passare alle vie di fatto e gettarli dalla finestra, qualcosa sfonderanno anche così.
attendiamo lumi sulle vie circolatorie della memoria del mondo da avi, praticante del bookcrossing ante litteram, mi pare (v. link 2 commenti sopra).
come resistere al tuo garbatissimo nonché delizioso invito ? si, sono un antesignano del bookcrossing, perché i libri patiscono se non vengono presi in mano e letti e se le idee in essi contenute non si diffondono, anche se il giardiniere mi rimprovera di maltrattarli (ricordo che in Autodafé di Canetti (Adelphi) la governante sposa il suo padrone per aver avuto l’accorgimento di usare i guanti per spolverare i libri, cose che solo le governanti tedesche e i bibliofili germanici!)
allora potete regalare i libri che avete amato e che non intendete rileggere, per natale o meglio per le feste di compleanno (se sono usati possono essere spacciati come qualcosa di molto personale e che vi stanno molto cari ma conoscendo la loro sensibilità blah blah…)
se un libro non vi interessa e non riuscite a rivenderlo potete lasciarlo su una panchina in un luogo di passaggio o in un caffé o su un treno (io ci lascio un post-it dicendo che il libro non è stato perso ma abbandonato perché qlcuno lo trovi e lo legga: sparirà nel tempo che vi ci vuole a girare la testa, la gente tira su qlunque libro se pensa di averlo preso gratis!
un’altra cosa che faccio, ma solo estrema ratio, se sto leggendo (sul treno, in metro’, o ovunque) e qlcuno mi chiede che cos’è o se è interessante spesso glielo regalo su due piedi, se è un libro che ho già letto più volte e che non mi interessa conservare.
poi ci sono i libri regalati da altri e di cui ci vogliamo disfare: questi si possono lasciare tranquillamente in centri culturali, scuole di lingua, biblioteche universitarie o scolastiche…
un’altra cosa che faccio è raccogliere tutti i libri che non intendo tenere in un gran cesto che pongo vicino all’ingresso di casa. quando qualcuno mi viene a trovare gli chiedo di scegliersi uno o più testi che possano piacergli. come vedete ci sono infiniti modi di far viaggiare la memoria del mondo, datevi da fare, c’è ancora tanta gente che dice di non leggere perché i libri costano troppo…
il terzo libro della serie di nick bantock non è un granché ma visto che c’ero non potei fare a meno di prenderlo. lo comprai ad amsterdam.
la disposizione bibliometrica e cromatica (quando compatibile) è quella che preferisco!
off thread: in brasile ho pescato qc scatolina veramente interessante dal fondo della famosa drogheria malfamata e aperta di domenica! unico giorno in cui non ho lavorato… presto ti manderò uno scatto.
Sono arrivata qui cercando disperatamente Griffin & Sabine di Nick Bantock.. Possiedo solo il secondo e sarei interessata al cofanetto con sei opere, ovviamente in Italiano.
Ne sai qualcosa? Te ne sarei grata.
MN
urca, purtroppo di un cofanetto da sei non so nulla… io devo avere i primi due.