l’altra sera ho visto finalmente l’americano tranquillo: non la versione del ’58 di mankiewicz ma quella recente di phillip noyce, con michael caine. ci tenevo perché sapevo che, per il cinismo malinconico di un personaggio di greene, caine sarebbe stato perfetto. il film lo è un po’ meno, ma comunque un’ottima scusa per andare a recuperare di corsa il libro – uno dei greene in cui l’ambientazione esotica è puro spaesamento e ci sono frasi come: «Chiusi gli occhi e immaginai di essere altrove, seduto in uno dei compartimenti di quarta classe delle ferrovie tedesche prima che Hitler andasse al potere, quando ero giovane e potevo stare alzato tutta la notte senza che mi venisse la malinconia, e quando i sogni del risveglio erano pieni di speranza e non di paura».
vedere i film di michael caine è una delle mie missioni futili, una delle più piacevolmente incompiute. per cadere vittima dello sguardo «da assente a intensissimo in zero secondi», del sorriso sarcastico così simile a quello di john lennon, del multiforme talento applicabile indiscriminatamente a spy e gangster movies, commedie e drammi, bastarono a suo tempo i frequenti passaggi televisivi dei vari ipcress, alfie, il cervello da un miliardo di dollari, gli insospettabili di mankiewicz (uno dei miei preferiti), l’uomo che volle farsi re di huston e senza indizio (quello in cui interpreta un esilarante finto sherlock holmes). hannah e le sue sorelle è di un paio d’anni prima ed è il primo oscar di mc (il secondo è le regole della casa del sidro, che proprio non mi attira, ma prima o poi…). l’anno scorso ho recuperato in videocassetta il famoso, britannicissimo, cattivissimo carter (1971), recente oggetto di un remake con stallone (improponibile, anche se vi compare lo stesso caine – molto nel suo stile la dichiarazione: «I’m just hoping I get to play cameos in all the remakes. It’ll keep me busy for a couple of years»). di italian job, invece, ho visto il remake e non l’originale. ora è in cantiere anche un remake degli insospettabili: con caine nella parte che fu di laurence olivier e jude law in quella che fu di caine, potrebbe non essere male. mc è ovviamente oggetto di culto in rete: caine is caine citizen caine my domain is michael caine