rocco massacrato dalla cineteca italiana

non paga della mia ultima esperienza allo spazio oberdan (ma già se ne parlava tempo fa), ecco che in un sussulto di entusiasmo patriottico decido di iniziare l'anno cinematografico andando oggi 5 gennaio, ore 21, a vedere rocco e i suoi fratelli alla rassegna di luchino visconti. comincia. cartello «fondazione cineteca italiana presenta»: sarà la loro pellicola, chissà che bella, stavolta andiamo sul sicuro. e invece no.
la pellicola c'è, ma non sta a fuoco un secondo di fila (parere del nostro proiezionista: probabilmente non viene premuta a sufficienza dal pattino, forse perché troppo sottile). vinta a stento la tentazione di uscire a farci ridare i soldi (e bruciare la tessera del 2011 appena fatta), ce lo becchiamo tutto così: tre ore minuti di proiezione indecente in cui ogni cosa oscilla come in un acquario. nonostante fischi e imprecazioni, lo spettacolo non viene interrotto. all'uscita troviamo sulla cassa deserta un avviso: ci si scusa per la cattiva qualità «inaspettatamente» riscontrata (ma le prove di proiezione non usano più?) e ci si impegna a fare di meglio per lo spettacolo di sabato (come se avessimo intenzione di tornarci).
ecco, siamo ridotti così: la cineteca italiana non riesce a proiettare un capolavoro di visconti.
scommetto che ci sono paesi stranieri che ci riescono (e spero che nessuno, nella sala piena, fosse venuto apposta, che so, dalla svizzera).

(ps il gattopardo è stato tolto dal programma: se ho capito bene, la titanus non ha concesso di proiettarlo.)

6 risposte a "rocco massacrato dalla cineteca italiana"

  1. Fabio gennaio 12, 2011 / 5:36 PM

    Io ho un po’ il problema opposto al British Film Institute, del quale sono orgoglioso socio sostenitore peraltro.
    La qualita’ delle immagini e dell’audio dei film d’epoca e’ sempre troppo patinata, digitalizzata con software aggressivi che cancellano il tempo.
    A me piaceva molto il vecchio cinemino dell’Istituto Culturale Francese, prima del restauro e della sostituzione dei proiettori. Regolarmente, la pellicola si interrompeva a meta’.
    Adesso non succede piu’. E’ come se il carburatore delle Harley avesse smesso di perdere, in un certo senso.

  2. rose gennaio 13, 2011 / 11:14 am

    sì, non sono un’esperta, ma immagino che oggidì il digitale c’entri anche nel restauro della pellicola.
    anch’io sono affezionata alla “patina da cineteca”, ma ricordiamoci che chi vedeva un film negli anni 50 o 60 lo vedeva in tutto il suo splendore, e quando capita di poter fare quell’esperienza io la trovo meravigliosa…
    (magari però ormai ci saranno anche restauri poco filologici, che ne so, con anacronistico audio quadrifonico!)

  3. lazona gennaio 13, 2011 / 11:43 PM

    molto tempo fa quando abbiamo provato a vedere Bande à part allo Spazio Oberdan. Venti minuti e mal proiettati. Ci dicono che se torniamo non pagheremo. Torno per vedere Cappello a cilindro. Non si ricordano ma mi fanno entrare lo stesso. E sono sicura di aver visto la penultima bobina prima dell’ultima. Mah?

  4. rose gennaio 15, 2011 / 2:18 PM

    roba che capitava di rado anche nei cineclub più scassati… il guaio è che qui siamo in una sala pubblica (della provincia) gestita da una fondazione (illustre). e che è l’unico cinema d’essai rimasto in città insieme con lo gnomo, gestito senza infamia e senza lode dall’ufficio cinema del comune (dopo lo sfratto dal de amicis, sala molto più accogliente, che ancora resta chiusa e sbarrata dopo anni dal fattaccio).

  5. avi gennaio 17, 2011 / 1:15 PM

    La situazione dei cinema a Milano è ormai ridotta a uno spettro di quella che era, neanche troppo tempo fa una mecca per i cinefili. Sono tre anni ormai che non rinnovo la tessera dell’Oberdan, pur abitando a 500 metri di distanza… Troppa incontenibile tristezza.

  6. Fabio gennaio 18, 2011 / 11:52 am

    Tutte informazioni preziose, da tenere presente nella mia interminabile diatriba interiore torno/ non torno.

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