come ho iniziato l’estate

domenica 22 mi sono aggirata per firenze, con estrema precauzione dovuta al caldo feroce (io e m., difficile immaginare due persone più vessate dal caldo – p. non c’era avendo preso come scusa alquanto originale il fatto di doversi recare nel nord del congo, dove fa meno caldo), tra vaghe memorie scolastiche (gita scolastica e nozioni scolastiche) non confermate dalla realtà, un certo senso di oltraggio davanti a un culto della moda griffata che neanche a milano (sottolineo), orde di americani che io, non essendo stata in america, non avevo mai visto tanti tutti assieme.  ora, questo ci stava anche bene visti i motivi dell’escursione (di cui poi), ma non ho potuto non pensare alla fallaci, al suo ormai proverbiale sdegno contro gli immigrati accanto al duomo.  a parte che di immigrati l’altro giorno ne ho visti pochini (spero stessero facendo la siesta, sarebbe stata l’unica cosa furba), a sfigurare la città storica, anche per chi non voglia museificarla, direi che sono le insegne della boutique monomarca chanel in piazza della signoria e le orde di turisti.  tutte cose forse in linea, a distanza di secoli, con la ricchezza di firenze, il commercio di tessuti ecc., si potrebbe anche dire.  eppure il lusso nuovo (l’alta moda, i viaggi «culturali» di massa) ha una connotazione per me così disagevole, dal punto di vista costume/morale, che non riesco a dare una valutazione positiva di tutto ciò.

forse per questo non ho fatto neanche un po’ di shopping, né ho avuto voglia di farne, ottimo.

tra gli americani riparati al giardino di boboli, tuttavia (in centro a firenze bisogna pagare 10 euro anche per trovare uno straccio d’ombra, questo la dice lunga), c’era un anziano signore che ha suonato soavemente la chitarra per tutta l’oretta in cui ci siamo schiantati sul praticello, e ha pure canticchiato un blues.  com’è come non è, era il roadie che accorda la chitarra a neil young, riconoscimento effettuato da m. ché io non sono fisionomista.  ny era l’americano (ok, canadese) per cui ci siamo recati a firenze in the first place, pieni di speranza in un concerto il più elettrico possibile, cosa che si è verificata al di là delle più rosee aspettative.

setlist

sono una signora con un certo contegno e per farmi venire i brividi ai concerti ci vuole minimo roba così:  la versione cattiva di hey hey my my 

foto del concerto su flickr: qui e qui. il totem dell’indiano non l’avevo visto, ero un po’ lontana, ma il palco così ingombro, con gli enormi riflettori da cinema su stativo, la batteria al centro e il grande ventilatore, mi è piaciuto.

il pittore sul palco è eric johnson  (quanto costerà comprare il quadro out of the blue?)

chi è in grado di scrivere un paragrafo ispirato sull’incandescente chitarra younghiana per favore si palesi.  io anche oggi ho bevuto troppo caffè shakerato, la droga dell’estate per chi ha la pressione bassa.

sempre per la serie senonsonsessantenninonlivogliamo, ammetto inoltre di aver ceduto al richiamo degli esosi biglietti per tom waits a milano. speriamo bene.

9 risposte a "come ho iniziato l’estate"

  1. LF giugno 25, 2008 / 2:26 PM

    L’incandescente chitarra younghiana è indescrivibile a parole, è LA chitarra (lei, quella nera-opaca-graffiata con il vibrato Bigsby e la tracolla da fricchettone con le foglie di marijuana). Viene in mente soltanto un rimando, alle due ore di Young e compari filmate da Jarmush in “Year of the Horse”.
    (Young visto qualche anno fa a Brescia, una tempesta in confronto a tante pioggerelle d’oggidì).

  2. rose giugno 25, 2008 / 6:11 PM

    eh, quanti gruppetti sono just another shower… ma che band potremmo citare sotto i 35 che faccia DAVVERO paura? ci dovrà pur essere.
    (adesso me lo rivedrei volentieri, Year of the Horse)

  3. Cassandra giugno 30, 2008 / 4:04 PM

    Come è triste e vero quello che dici..
    Da fiorentina mi sento così malinconica ogni volta che constato che alle insegne gigantesche corrispondono, ahimè, delle mentalità sempre più piccole e il fatto che Boboli costi quella cifra e che si paghi per entrare in chiesa ne è un esempio. Poi ci sono angoli nascosti e ancora vivibili, ma siamo un po’ come indiani nella riserva…
    un saluto
    C.

  4. Valentina luglio 2, 2008 / 7:25 PM

    beh anch’io son stata informata del concerto di tom waits tramite newsletter spamming di ticchettone. però il prezzo mi ha lasciata di sale… tu hai fatto l’esosa esosa o hai finto di accontentarti? in ogni caso, stica chica.

  5. rose luglio 3, 2008 / 9:08 am

    be’, già che c’ero, ho esagerato. quarta fila. (compenserà spero i posti orrendi che avevo quando andai agli arcimboldi per lou reed.)

  6. LF luglio 9, 2008 / 1:01 PM

    A proposito di Grandi Vecchi, stasera c’è Paul Weller a Villa Arconati.

  7. rose luglio 10, 2008 / 9:55 am

    l’uomo più meraviglioso d’inghilterra… lo sapevo e ieri sera ho un po’ sofferto (l’ho visto 2 volte in passato, concerti belli!)
    ma a bollate ci vado lunedì per l’altra splendida 50enne, siouxsie.

  8. LF luglio 10, 2008 / 10:48 am

    Visto, commentato e fotografato.

  9. rose luglio 10, 2008 / 1:59 PM

    belle, le foto… ma insomma, anche weller si è fatto biondo! basta, mi rimane solo siouxsie, lei NON PUO’ farsi bionda.

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