r come rose

siamo ancora qui a indagare dietro lo stereotipo, io e il giardiniere. gli passo subito la parola.

Rosatramonto

per prevedibile che possa sembrare, non potevo non affrontare questo tema. la erre chiama rosa. non c’è scampo e il giardiniere non può tirarsi indietro. dico così perché è un fiore che non mi è mai stato troppo simpatico. lo trovavo banale, scontato, così america anni ’50, italia anni ’60, così da… boom economico!
per lungo tempo infatti ho identificato «le rose» con gli ibridi di tea: rose dal gambo lungo, dai colori accecanti, dalla compattezza della corolla come una porcellana di capodimonte. rose prodotte in serie – oltre che in serre! rose belle da buttare. rose senz’anima, rose tutte uguali. rose della madonna, rose della mafia. rose che parlano di sfruttamento del lavoro e delle risorse. rose da san valentino, da «extracomunitario» al semaforo rosso. rose importune. rose che ci escono dagli occhi per averle troppo viste. come riproduzioni fotografiche di un’opera che è diventata troppo popolare.
e allora bisognerebbe entrare nel merito di specie e varietà. perché ero ingenuo all’epoca, non conoscevo nessuno che coltivasse altre rose nel suo giardino. i loro nomi sono fonte di pura delizia. sentite qua: fra le Rosa gallica: la Versicolor – detta anche Rosa mundi; La Belle Sultane; Tuscany Superb; fra le Rosa muscosa: Alfred de Dalmas; nel gruppo delle Rosa damascena: la Ispahan – detta anche Isfahan, qualcuno dice trattarsi di una gallica invece…; poi vengono le Rosa alba (queste sono le tue, Rose!) – sentite che roba – Cuisse de Nymphe Émue (!), nota anche come Maiden’s Blush Great; e poi le Bourbon: Mme Isaac Perire; Mme Pierre Oger. Non chiedetemi di andare oltre… il battito del polso è già accelerato, le mani cominciano a sudare, le papille olfattive danno segni di irrequietezza, ecco il link che ci voleva: roses. uno soltanto altrimenti questo diventa il post infinito!
certamente non si riferiva a ibridi di tea cielo d’alcamo quando scriveva rosa fresca aulentissima. qualcuno addirittura pensa che si riferisse a tutt’altro genere di fiore e io gli credo, perché quando parliamo di rose parliamo sempre d’altro… che cosa voleva dire lui quando diceva o rose thou art sick?
l’iconografia è infinita, gli studi, le varietà, gli ibridi, le follie non si contano quando si entra nel mondo delle rose. e siccome le parole non bastano ecco della musica.

12 risposte a "r come rose"

  1. FF febbraio 28, 2005 / 4:26 PM

    Ah ecco la persona giusta cui fare questa domanda: esiste la parola _”rosa da essenza”_? Sono in fase di revisione (tipo: la 12esima, ormai so l’inglese a memoria) e sono oppressa da ogni possibile dubbio, anche esistenziale (tipo: ma chi me lo fa fare?)

  2. s. febbraio 28, 2005 / 6:02 PM

    rosa da essenza? per curiosità qual è l’originale inglese? rose per l’estrazione dell’olio essenziale è questo che si intende. hmm, al momento non mi viene in mente niente di meglio, eppure ci deve essere!

  3. FF febbraio 28, 2005 / 7:30 PM

    Be’, dai, per pura goduria (perché ho consegnato, ahimè)
    L’originale è:
    “(he) fell over a precipice into a field of attar of roses”
    ATTAR:
    Attar (OED): A very fragrant, volatile, essential oil obtained from the petals of the rose; fragrant essence (of roses).
    Attar (Merriam Webster Unabridged):
    Etymology: Persian ‘atir perfumed, from ‘itr perfume, from Arabic
    : a perfume obtained from flowers; specifically : ATTAR OF ROSES
    Ora, io non ho capisco come faccia uno a cadere in un campo di essenza di rose. O è uno svarione o …

  4. s. febbraio 28, 2005 / 8:07 PM

    una cosa è certa: si trattava di rose damascene!

  5. rose febbraio 28, 2005 / 11:13 PM

    la mia curiosità è: si è fatto male? (quello che cade nel… profumo? magari neanche l’autore sapeva cosa voleva dire attar!)

  6. FF marzo 1, 2005 / 12:02 PM

    🙂
    Infatti, ho preferito non correggere per così dire, ma ho lasciato quella che anche a me sembra un’incongruenza. Al revisore l’implacabile sentenza!

  7. FF marzo 1, 2005 / 12:02 PM

    🙂
    Infatti, ho preferito non correggere per così dire, ma ho lasciato quella che anche a me sembra un’incongruenza. Al revisore l’implacabile sentenza!

  8. FF marzo 1, 2005 / 12:03 PM

    Scusate il doppione, mi era calata la connessione e..opplà!

  9. avi marzo 3, 2005 / 4:09 PM

    cara FF credo che in questo caso l’olio non c’entri… non posso verificare (sono fuori portata di mano dei miei testi) ma credo che l’autore usi attar (il profumo a base di olio di rose) per dire un mucchio, un nugolo, un mazzo di rose, con valore collettivo. i collettivi in inglese sono molto poetici e bizzarri e spesso nascono dalla fantasia dei singoli locutori, scrittori o giornalisti, oltre a school of fish c’è anche parliament of fowls e altri ancora…

  10. FF marzo 3, 2005 / 5:46 PM

    ARGH!
    Ora sono doppiamente addolorata:
    1) perché se Avi dice ciò con tale sicurezza potrebbe essere un erroraccio il mio (e non quello dell’autore – però deve essere stato veramente un uso assai idiosincratico del termine…)
    2) perché non riesco mai a capire dove stia Avi di casa …
    😦

  11. rose marzo 3, 2005 / 9:45 PM

    è un uomo misterioso, oltre che un uomo coltissimo!

  12. FF marzo 6, 2005 / 10:39 am

    E’ uno 007 delle lingue? 😉

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