a vedere lo showcase di stan ridgway

ci sono andata (dopo aver valutato che rimini e udine erano veramente un po’ troppo lontane, per me, per un concerto acustico – l’unico tipo di concerto che gli ex famosi si possano permettere dalle nostre parti, pare). c’erano parecchi quarantenni going on 13, cioè parecchi sul totale delle persone, a dir tanto un centinaio. c’era questo signore molto arguto che ha fatto da solo quasi un cabaret di storie di una hollywood minore e canzoni alla chitarra (e un po’ d’armonica), e quando fa così è veramente una delizia, anche se, a differenza di altri musicisti della sua età, sembra uno zio un po’ invecchiato.

avevo anch’io la mia storiellina mesta da raccontare, quella sulla trasmissione radio d’alta lombardia che da metà anni 80 a metà anni 90 ha portato il nome del suo disco the big heat: ne ho cavato un autografo sulla copertina del sette pollici, che tutto il giorno era stato nel tepore della borsa di lana in attesa di tornare giovane, vent’anni dopo.
io di solito non chiedo autografi (unico precedente, il periodo in cui inseguivo il nasone di andy white su e giù per queste terre nebbiose), ma visto che era presente – senza che ci mettessimo d’accordo – pure il titolare della trasmissione radio d’alta lombardia, bisognava fare un’eccezione.

la scaletta invece era di brani relativamente recenti. ho scordato il primo, ma c'è stato qualcosa da holiday in dirt (beloved movie star e garage band 69), il traditional long black veil, poi train of thought, overlords. citazioni citabili a valanga, ora mi ricordo solo: «vi faccio una canzone che non conoscete, ma non importa; l’importante è che la sappia io».
niente tastiere causa momentaneo smarrimento bagagli da parte dell’alitalia. grazie alitalia.

7 risposte a "a vedere lo showcase di stan ridgway"

  1. Zio gennaio 18, 2005 / 1:07 am

    *invidia*

  2. rose gennaio 18, 2005 / 9:28 am

    zio, ma stanard non ci viene dalle tue parti? mi sa che negli states gli tocca suonare spesso, per sbarcare il lunario.

  3. allure gennaio 18, 2005 / 10:50 am

    A parziale correzione del precedente commento nel corrispondente precedente post:
    continuo a vedere la sovrapposizione ma ho scoperto che andando sul post specifico, come in questo caso che ho dovuto cliccare sul continua, leggo lo stesso senza “celamenti”.
    Purtroppo non conosco il gruppo di cui parli…
    😦
    ciao

  4. s. gennaio 18, 2005 / 2:39 PM

    quindi non c’eri ai “corti” di mckean? in mezzo a tutta quella gente confesso che un po’ ti ho cercato. belli i film. bellissimo il sonnet n.138 in cui un manichino un po’ spaventapasseri un po’ joker truccato come una drag parla di amore e finzione. quindi un omaggio straziante a una città edificata sull’acqua ai suoi umori ai suoi pittori. molto “greenaway”. e ancora appunti per una nuova cosmogonia in sette giorni: la fine del film coincide con l’inizio del mondo! e il video per una canzone di izzy? my love is like a red red rose!
    ciao!

  5. rose gennaio 18, 2005 / 5:20 PM

    avrei anche fatto in tempo, ma stavolta era p. che non voleva saltare la cena! vedrò quello che c’è in proiezione alla mostra; intanto grazie dell’aggiornamento.

  6. Garnant gennaio 18, 2005 / 8:46 PM

    E io che mi irrito sempre quando arrivo a “il post continua qui”… ma poi qui da te lo apro sempre, e faccio bene.

  7. rose gennaio 18, 2005 / 10:15 PM

    ammetto che anch’io mi secco, sui blog degli altri (sono pigra e favorevole a risparmiare clic). terribile tiscali: sono tutti così!
    qui, quando divido, è perché il post è un pochino più lungo del solito: una volta capito di cosa parla, si è autorizzati a piantarlo lì… (o incoraggiati a piantarlo lì).
    ma potrebbe anche essere un trucco per incoraggiare chi clicca il seguito a lasciare un commento, visto che si trova già lì!

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